Bambini del Saharawi ospitati al centro di Solidarieta’ Palazzolo a Senigallia
Assistenza e solidarieta' con un popolo in esilio
Per il sesto anno consecutivo l’associazione di volontariato Il Seme, su richiesta del Comune di Senigallia, referente del progetto, sta accogliendo nella struttura del centro di solidarietà d. L. Palazzolo nove bambini Saharawi, vale a dire del Sahara Occidentale. L’accoglienza, che durerà 31 giorni, ha lo scopo di favorire la nascita di rapporti di amicizia con coetanei italiani, di consentire a questi bambini di sette-otto anni di lasciare il deserto algerino nel periodo di maggiori difficoltà climatiche, ma soprattutto di diffondere tra i nostri concittadini la conoscenza della cultura, delle tradizioni e dei problemi dei Saharawi. Questo popolo è costretto a vivere in esilio nei campi profughi del deserto algerino dal 1975, anno in cui si conclude l’occupazione della Spagna e in cui inizia l’invasione da parte del Marocco. La missione dell’ONU, che rappresenta l’unica fonte di sostentamento, viene rinnovata ogni sei mesi con sempre maggiore difficoltà, gli aiuti umanitari a partire dalla metà degli anni novanta sono diminuiti, ma la situazione nei campi risulta sempre più difficile.
L’aspetto più importante dell’accoglienza a Senigallia è che i bambini saharawi hanno la possibilità di essere sottoposti ad accertamenti e cure mediche, che nei campi profughi non sono possibili. Quest’anno, infatti, ad uno dei piccoli ospiti è stata diagnosticata una malformazione che necessitava di un immediato intervento chirurgico, altrimenti lo stato di salute del bambino si sarebbe potuto aggravare fino alla formazione di una neoplasia. Immediatamente è stata attivata la "macchina organizzativa" per consentire al piccolo Saharawi di essere sottoposto all’intervento presso l’Ospedale Salesi di Ancona. Particolarmente complesso è risultato l’iter burocratico per ottenere l’autorizzazione dei genitori, condizione indispensabile per permettere ai medici di effettuare l’intervento e le terapie successive.
L’Associazione Il Seme e i Volontari del Centro di Accoglienz, l’Assessore Volpini del Comune di Senigallia, i medici del Salesi si sono adoperati senza risparmiare alcuna forza per accelerare i tempi, in modo da consentire al bimbo, una volta effettuato l’intervento, di poter ripartire insieme ai suoi amici Saharawi alla fine di agosto. L’intervento ha avuto successo e il piccolo paziente è stato già dimesso, ma il prossimo anno tornerà per sottoporsi ad un secondo intervento, necessario per garantirgli una sana vita adulta.
Ai bambini, inoltre, viene garantita una dieta alimentare adeguata alla loro età, che supplisce, almeno per un mese, alle carenze inevitabili dovute alla vita nei campi profughi.
"L’aspetto che più colpisce di questi bimbi – ha detto Silvia Stimilli, la volontaria che li ha seguiti durante la loro permanenza a Senigallia – è il notevole spirito di adattamento e l’autonomia che dimostrano anche nelle attività quotidiane. Sono molto attratti dai giochi dei nostri bambini, ma poi di solito scelgono di giocare alla corda e ad altri giochi che sono soliti fare nella loro terra, mantenendo in questo modo le tradizioni del loro popolo. Amano raccontare delle proprie famiglie, forse anche perché ora cominciano a sentire nostalgia di casa, visto che sono lontani dal deserto da circa due mesi. A luglio, infatti, sono stati ospitati a Grottammare."
I bambini sono stati seguiti complessivamente da circa 50 volontari, fra cui un gruppo scout AGESCI di Pescara, che hanno animato le giornate dei Saharawi organizzando giochi al centro di accoglienza ed accompagnandoli al mare. Non sono mancate le tanto attese gite "fuori porta", particolarmente gradite ai piccoli africani, come la giornata al Parco Oltremare e le escursioni nelle nostre montagne.
Caritas Senigallia
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