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Castelleone di Suasa: Presentato un volume su Federico Ubaldo della Rovere

Venerdi' 5 agosto nelle belle stanze del Museo Archeologico Citta Romana di Suasa

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Fiorani, Barucca, ManfrediUn intreccio fra eventi di rilievo nazionale ed avvenimenti locali, fra ansie gioie e illusioni, fra la vita di corte e di piccole cittadine, supportato da dovizia d’informazioni e raccontato con uno stile narrativo che non svaluta il contenuto, anzi lo rende più accattivante. E’ il biglietto da visita di “Tra Misa e Metauro. Allegrezze e preoccupazioni per Federico Ubaldo Della Rovere” , l’ultima fatica letteraria compiuta da Renzo Fiorani per conto dell’Archeoclub di Castelleone di Suasa, sempre attento, sotto la guida di Carlo Manfredi, agli spunti offerti dalle vicissitudini locali dei secoli scorsi.
Il libro dello storico ostraveterano cade nel 400° anniversario della sospirata nascita di Feredico Ubaldo Della Rovere ( 16 maggio 1605), figlio di Farncesco Maria II e Livia Della Rovere, ultima duchessa di Urbino che trascorse la fase conclusiva della sua esistenza terrena a Castelleone, nel palazzo fatto costruire dal padre (il marchese Ippolito) e che oggi ospita il Museo Archeologico “Città Romana di Suasa”. ( vedi articolo: Castelleone di Suasa: Visita al Museo Civico Archeologico Citta’ Romana di Suasa – ndr)
Per la presentazione del volume, dunque, non poteva esserci sede più idonea della struttura museale, ed in particolare della sala delle pitture parietali provenienti da Suasa, ove Gabriele Barucca, funzionario della Soprintendenza al Patrimonio Storico Artistico delle Marche-Urbino, ha tratteggiato i lineamenti essenziali del testo corredando l’esposizione storica con un’opportuna e dettagliata illustrazione dei ritratti dedicati a Federico Ubaldo. Opportuna poiché la nascita del duchino , tanto atteso, diede origine ad un fenomeno senza precedenti nella storia dell’arte: una produzione iconografica che ne segue passo passo la crescita, dalla fase neonatale alla gioventù, età in cui lo colse un’improvvisa quanto misteriosa morte (1623), premessa irreversibile della Devoluzione del Ducato di Urbino allo Stato della Chiesa (1631).
Il volume di Fiorani ha inoltre il merito di palesare i contenuti impliciti in tali dipinti: evidenzia infatti i riflessi locali provocati dai grandi avvenimenti, mettendo in collegamento Pesaro e Urbino con alcune cittadine ubicate fra i fiumi Misa e Metauro. Di Ripe, Castelcolonna e Monterado (il commissariato di Tomba) si analizzano le allegrezze suscitate dal lieto evento; per Montebello le vicende legate a all’antico castello e alla sua più illustre residente, Lavinia della Rovere, sorella di Francesco Maria II fino al tentativo di sequestro di Federico Ubaldo. Sullo sfondo Castelleone, con le vicende legate all’arrivo dei Della Rovere sino alla morte di Livia (1641).
Una pubblicazione,che come sostenuto da Barucca, può essere posta in diretto collegamento con la mostra sulla dinastia roveresca tenutasi un anno fa presso i palazzi ducali di Urbino, Urbania, Pesaro e Senigallia in occasione del 500° anniversario dell’adozione a duca di Francesco Maria I. E che svela, fra le curiosità più interessanti, le logiche contraddizioni della storia: Federico Ubaldo nacque dall’unione fra Francesco Maria II e Livia Della Rovere, figlia del marchese Ippolito, che nonostante i legami di parentela con l’ultima duca ( era il cugino), venne bandito dallo stato urbinate per condotta scandalosa. A prevalere però fu la ragion di Stato: le nozze con Livia furono infatti dettate da questioni dinastiche. La nascita del duchino sembrò la salvezza dell’asse ereditario e del Ducato; fu invece soltanto un’abbagliante illusione che si affievolì nel 1623 (morte di Federico Ubaldo) e si spense definitivamente nel 1631 (morte di Francesco Maria II). La Devoluzione del Ducato comportò la dispersione delle opere d’arte commissionate dalla corte urbinate. Ma questa è un’altra storia. Quella narrata da Fiorani, invece, è un continuo parallelismo ed una piacevole altalena fra esigenze dinastiche e ripercussioni locali, fra aspettative, soddisfazioni e disillusioni.

Archeoclub d’italia
Sede di Castelleone di Suasa

Redazione Senigallia Notizie
Pubblicato Mercoledì 10 agosto, 2005 
alle ore 9:58
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