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Tassista minacciato e rapinato con un coltello alla gola

L'aggressione ed il furto sull'A14


Un tassista rapinato e minacciato con un coltello alla gola da un cliente. L’episodio è avvenuto nella notte tra sabato e domenica ma solo ieri, superato lo choc, l’uomo ha deciso di parlare.
Volendo mantenere l’anonimato per non spaventare i familiari. Un episodio, questo, che riapre una vecchia ferita, portando alla mente l’omicidio di Guazzarotti, e facendo riflettere sulla sicurezza di chi lavora a stretto contatto con perfetti sconosciuti.
I fatti. E’ quasi l’una di notte quando il cellulare del tassista, che è di turno, inizia a squillare. Il trasferimento di chiamata, di recente attivato per il servizio notturno, ha appena dirottato la telefonata. Dall’altra parte della cornetta una ragazzo chiede di essere accompagnato a Rimini. Caricato alla stazione, insieme ad un amico, il taxi parte per raggiungere la destinazione.
Nulla fa presagire al conducente che da lì a poco il cliente, dall’apparenza un tipo raccomandabile, lo avrebbe minacciato di morte per estorcergli del denaro.
"Entrambi ben vestiti – racconta l’uomo – curati nei dettagli e anche profumati. Due ragazzi distinti che ho immaginato volessero andare in qualche discoteca di Rimini". Un corsa come tante lungo il rettilineo dell’A 14, qualche scambio di battuta con i clienti molto cordiali e socievoli e poi l’amara sorpresa.
"Arrivati all’altezza di Rimini sud – continua nella testimonianza – mi chiedono, sempre con la stessa gentilezza dimostratami durante l’intero tragitto, di fermarmi all’autogrill per prendere un caffè e si offrono di pagarne uno anche a me". Appena il taxi si ferma in un parcheggio buio e deserto, uno dei clienti estrae un affilatissimo coltello, lo punta con violenza contro il collo dell’uomo, intimandogli di tirare fuori l’incasso. Senza esitare il tassista estrae dal portafogli 80 euro, gli unici soldi che si era portato dietro.Il guadagno della giornata di lavoro era infatti rimasto a casa, da dove era partito dopo aver ricevuto la chiamata. Preso il magro bottino, i due scendono, allontanandosi a piedi senza che la vittima della rapina facesse nulla per recuperare i soldi. Per 80 euro non valeva infatti la pena correre rischi. Un particolare dei due clienti, e precisamente il marcato accento veneto, suscita poi qualche dubbio nell’autista, rivoltosi quindi ai carabinieri. Non è escluso infatti che i rapinatori stiano girando per l’Italia, usando questa tecnica per derubare i tassisti. Se così fosse sì scoprirà presto, nel caso dovessero verificarsi simili episodi.
Il fatto che dall’autogrill si siano allontanati a piedi fa pensare che avessero li una macchina o qualcuno ad attenderli, e che la rapina fosse premeditata. Da escludere che possano essere usciti dall’autostrada camminando e troppo rischioso rivolgersi ad un altro taxi.
"Se solo ci fosse stata una telecamera alla stazìone – conclude la vittima – sarebbe stata utile ad identificarli". I tassisti dì Senigallia tornano adesso a chiedere una presenza fissa da parte delle forze dell’ordine, perché la stazione di notte non è certo uno dei luoghi più raccomandabili.

di Sabrina Marinelli
dal Corriere Adriatico

Redazione Senigallia Notizie
Pubblicato Martedì 5 luglio, 2005 
alle ore 10:03
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