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Referendum: Un manifesto laico per difendere l’embrione

Dai Comitato Liberali per l'astensione


La legge 40 del 2004 va difesa contro il tentativo nichilista e illiberale di negare soggettività giuridica ad uno di noi, l’embrione.
La nostra posizione nasce dalla consapevolezza, scientifica e giuridica, che una vita umana (e l’embrione è vita a tutti gli effetti) va comunque e sempre protetta, soprattutto se il soggetto da tutelare non è in grado di difendere autonomamente i propri innegabili diritti che preesistono allo Stato.
La difesa dell’embrione non è una questione di coscienza. Non riguarda le scelte individuali che un pensiero autenticamente liberale deve salvaguardare sempre e comunque fino al limite estremo della lesione degli altrui diritti. Sopprimere o eseguire sperimentazioni su un embrione significa infatti ledere, in modo invasivo e violento, la soggettività giuridica altrui. Difendere l’embrione significa pertanto difendere i principi ispiratori dello Stato liberale di diritto.
Dal momento del concepimento, ogni soggetto acquisisce diritti soggettivi (il primo: quello alla vita) che lo Stato ha il diritto e il dovere di garantire. In questo, riaffermiamo con forza il principio liberale formulato da John Locke secondo cui, nello stato naturale e prestatale, ogni soggetto acquista diritti naturali e individuali che devono essere garantiti dallo Stato e, se necessario, nei confronti dello Stato. Tali diritti naturali non si fondano su concezioni etiche e morali, ma sulla ragione. Di fronte alla negazione o alla soppressione di tali diritti individuali, nasce il diritto di resistenza.
Occorre riaffermare, contro ogni mistificazione asseritamene “laica” che vorrebbe negare addirittura l’esistenza della vita al momento del concepimento, la millenaria tradizione giuridica della nostra civiltà. Il diritto romano, ancora oggi punto di riferimento insostituibile per ogni ordinamento giuridico, non solo affermava che il concepito “esiste” (in rerum natura esse: Giuliano – Digesto 1.5.26) ma chiariva che si tratta di individuo distinto dalla madre e per questo titolare di autonomi diritti. Il concepito non veniva trattato alla stregua di un aggregato di cellule inanimate (posizione scientifica indifendibile) ma come “persona” tanto che, abitualmente, veniva chiamato qui in ventre est (Marciano – Digesto 1.5.5.2). Una terminologia lontana dall’ipocrisia tutta moderna che, anche a livello lessicale, vorrebbe rimuovere ogni riferimento di umanità al nascituro. Come se si trattasse di un corpo estraneo nel ventre della donna e non della vera e concreta manifestazione di una vita, con potenzialità illimitate, che pretende, come tutti noi, il rispetto della propria individualità.
Parlare dei diritti di “colui che si trova nel ventre” come di un problema di coscienza altrui, è la negazione stessa di una coscienza. Significa delegare ad altri (la madre o lo Stato, nel caso delle sperimentazioni) in nome di una male intesa libertà individuale o di una illimitata libertà scientifica, la scelta suprema e irreversibile di una vita che non appartiene né allo Stato né ad un altro individuo, fosse anche la madre.
L’embrione, meglio, il nascituro, è individuo a tutti gli effetti. E su nessun individuo, uno Stato liberale di diritto, può permettere sperimentazioni. Né, allo stesso modo, può permettere la sua soppressione.
I veri liberali devono insorgere contro questo fondamentalismo scientista che ha ormai assunto i connotati di un credo religioso non metafisico ma assolutista e, per certi versi, totalitario. I veri liberali non concepiscono, e non potranno mai farlo, una cultura che si pone al di sopra dell’individuo sacrificandolo, come succedeva nei regimi del secolo scorso o nell’assolutismo monarchico, alla ragion di Stato. Si chiami essa “scienza” o “libertà di coscienza” altrui.
I Comitati liberali per l’astensione vogliono ergersi, oggi, a difesa dei diritti civili negati (paradossalmente in nome di una battaglia per i “diritti civili”) all’individuo più debole e fragile.
Nessun voto di nessuna maggioranza potrà mai stabilire i confini della vita.

Comitati Liberali per l’astensione
Coordinatore Provincia Ancona Avv. Roberto Paradisi

Redazione Senigallia Notizie
Pubblicato Giovedì 19 maggio, 2005 
alle ore 9:53
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