Donne e mamme: come wonder woman?
di Audi Carol
Sarà vero il detto che quando s’invecchia si ritorna bambini?
Amiche mie, intanto vi saluto, vi do in buongiorno e vi ringrazio del fatto che ogni giovedì leggete le mia rubrica, sono molto felice, anzi raggiante (smile!) di ricevere le vostre lettere e devo ammettere che la cosa che ci lega un po’ tutte è il voler essere perfette, adempiendo ai nostri doveri di mamme, mogli e donne in carriera…
Ma quanto la nostra volontà riuscirà anche a sopperire l’energia fisica che dobbiamo inventarci ogni giorno per raggiungere tutti gli obiettivi che ci siamo prefissati?
(Caspita! Stamattina a colazione ho ingoiato un’enciclopedia di 12 volumi…)
Eh, sì, mie care, quanto vorrei tornar bambina, o forse, come dice mia madre, non sono cresciuta mai? Non devo aspettare l’età senile per dare fuori di testa, visto che sono un po’ svampi ogni giorno!!!
Sapete, ognuna di noi deve, dico, deve mantenere quel minimo di serenità che viene proprio dal sentirsi bambine, entusiasmandosi con i giochi dei figli, talvolta essendo superficiali, o ridendo quando facciamo uno sbaglio. Non dobbiamo farci carico di tutto, lasciamo che i nostri mariti, compagni, i nostri figli si prendano le responsabilità che ci siamo addossate al loro posto e freghiamocene un po’ …ogni tanto!
Non pensate che stamattina abbia bevuto un quartino per colazione, magari con un po’ di cantucci (che squisitezza, ma occhio alle calorie..), il fatto è che sto leggendo un libro, tanto per cambiare, (divoro libri come un topo si avventa su una forma di grana) che tratta le avventure di una figlia adolescente alle prese con una madre esaurita e depressa, che si aggira come un fantasma per la casa piagnucolando e collezionando chili di troppo. Il perché? Suo marito l’ha lasciata per andare a vivere con una certa Sally, tutta trine e merletti con una casa che sembra il museo delle bambole.
La ragazza, Hannah, decide così con l’aiuto di un’amica della mamma, di restaurare sua madre, spingendola ad andare in palestra e a uscire, truccandosi e indossando abiti nuovi.
Sapete, ragazze, chissà se di figlie di questo tipo se ne trovano in prestito, in affitto, chissà, soprattutto quando la mattina cerchiamo di ignorare le borse sotto gli occhi e le varie imperfezioni (chiamiamole così) che ormai caratterizzano il nostro fisico!
Il libro, che io personalmente ho acquistato presso la “LIBRERIA DEL CENTRO”, è di Caroline Plaisted e si intitola “Cara mamma, sei tutta da rifare!” (Mondadori euro 4,60), un racconto che ti fa pensare, direi anche troppo che forse è ora di spogliarsi del grigiore che ci ha caratterizzato finora!
A proposito di colori, sapete, vi avevo promesso una parentesi floreale, ed eccola qui! Io non mi dimentico mai (ehm in genere ho il promemoria per ricordarmi di ricordare…) quindi il nostro amico Giuseppe Di Leo, titolare del negozio Annalisa Flor, a cui mi sono rivolta per alcuni consigli, ha qualcosa da raccontarci…
“UN FIORE PER TE”
Entrando in questo negozio, un profumo inebriante di primavera mi ha avvolto, (come sono romantica, sarà che non sono abituata a ricevere fiori), la vista di tutto questo verde, piante di tracena, spathiphyllum , pachira, mi ha fatto venire il buonumore, chissà, a qualcuno verrà in mente di regalarmene una…Mi accontenterei anche di un vasetto di margherite, di dalie o di begonie, o per essere proprio specifiche, di pheconopsis (famiglia di orchidee)..
Il mio amico Giuseppe Di Leo, conoscendo il mio pollice, che non è verde per niente, mi ha consigliato una pianta d’appartamento, che a mio avviso, è veramente meravigliosa.
Si tratta dello spathiphyllum, che oltre ad assicurare aria pulita nella nostra casa, è felice ovunque decidessimo di metterla, in salotto, in cucina, in ufficio o anche in bagno..
Questa pianta cresce rapidamente e per noi donnine che abbiamo sempre fretta, è veramente preziosa, con dei fiori bianchi profumatissimi che amano però stare più all’ombra che al sole.
La cosa sconvolgente è, come ho accennato prima, che lo spathipyllum è un purificatore d’aria, incredibile! Ci libera dalle sostanze nocive, dal fumo di sigaretta, dai fumi di scarico e dagli inquinati come l’ozono, ma non chiediamole troppo, non riesce a liberarci dal veleno dei pettegolezzi, lì ci vorrebbero i pesticidi…
Carissime, dal nostro amico Di Leo, sfortunatamente non ci sono piante carnivore dell’Amazzonia da regalare ai nostri capuffici, aihmè…
Un bacione grosso grosso dalla vostra
AUDI CAROL
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