Scuola: atti di ribellione? No solo bullismo!
Te la do io la comunicazione
Nella società di oggi, ormai i ragazzi, non prendono più la scuola come un luogo dove poter imparare, come una volta, bensì come palcoscenico, come ci suggerisce il docente di psicologia dinamica Gustavo Pietropolli Charmet. Come si sa in questo periodo si sta verificando una sorta di ribellione, così la chiamano, da parte degli adolescenti nei confronti della scuola; prevaricare i compagni timidi, allagare i bagni, danneggiare, scribacchiare i muri sia dentro che fuori e molto altro ancora…
Perché questo? Si chiedono ormai da tempo docenti e genitori. Da parte dei genitori questi atti vandalici vengono giustificati, come una sorta di ribellione da parte dei ragazzi verso gli edifici scolastici.Non si tratta di violenza anche se a volte l’effetto dell’azione/scherzo è devastante, ne’ tanto meno è l’euforia della gioventù a suggerire quelle imprese, né la voglia di creare paura e infine nemmeno trattasi di attacchi all’istituzione scuola.
Si incomincia a sospettare che i veri destinatari della comunicazione vandalica e irresponsabile non siano tanto gli adulti ma i coetanei, che non si tratti di una sfida all’autorità ma di una comunicazione fra gruppi di ragazzi. Quindi non la si può definire “ribellione”.
Gli adolescenti arrivano a fare tanto anche solo per avere il rispetto dei compagni e per far vedere a tutti che non hanno paura di niente e di nessuno e tanto meno delle reazioni di docenti e genitori. Per loro è importante solo diventare “Famosi” agli occhi dei compagni, del potere politico ed economico a costoro interessa ben poco.
Secondo me, queste imprese vengono compiute anche perché, sotto un certo punto di vista, vengono tollerate; oramai i docenti, in alcuni casi, non sono più in grado di insegnare come un tempo, non riescono a farsi rispettare dai ragazzi ne tanto meno riescono a mantenere un ordine all’interno di un’aula.
E’ per questo che gli alunni ad un certo punto, tra le mura scolastiche, si sentono liberi di fare ciò che vogliono, e si sentono i padroni. A scuola non viene più insegnato il rispetto verso gli adulti e l’educazione, percio, come si può pretendere un certo comportamento se gli stessi insegnanti non sono capaci d’insegnarglielo?
Michaela Mariselli
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