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Giorno della Memoria: Stagione Teatrale di Monte San Vito

Venerdi' 28 gennaio "La guerra piccola che e' dentro di noi"


Si apre venerdì 28 gennaio la Stagione 2005 del Teatro "La Fortuna" di Monte San Vito, con un piccolo capolavoro di drammaturgia contemporanea: uno spettacolo dal sapore tragicomico su un tema così antico e purtroppo attuale come la guerra.
"Abbiamo voluto aprire la Stagione all’insegna del giorno della memoria –puntualizza il direttore artistico del Teatro, Gianni Gualdoni- proponendo però un’operazione culturale che, pur in omaggio al ricordo di una tremenda barbarie umana qual è stata l’Olocausto, cercasse di scavare e ricercare l’origine di quella come di tutte le barbarie di cui si macchia periodicamente il genere umano". Il titolo in programma è "La guerra piccola", di Alberto Severi, interpretato della Compagnia Arca Azzurra, una realtà artistica tra le più importanti del panorama teatrale italiano d’oggi, per la regia di un grande della scena nazionale qual è Ugo Chiti. Il testo ha stravinto nel 1999 il prestigioso Premio "Fondi-La Pastora", ponendo in risalto il dialogo serrato e intenso di un conflitto interpersonale che nasce divertito e leggero, per poi svilupparsi fino ad esiti di crudeltà, attraverso un procedere di battute ironiche e distaccate ma cariche di fraintendimenti e sottintesi. Una tragicommedia di esemplare brillantezza drammaturgica che fa dei tre personaggi -Andrea, Giuliano e Aspasia- presenze tangibili, ombrose e appassionate come sono tutte le vere creature teatrali: personaggi intrisi di inquietudini, fantasie e rimpianti che nel corso dello spettacolo li trasformano in qualcosa di completamente diverso da quello che sembravano al loro ingresso sulla scena. I protagonisti sono poveri cristi che ricordano Alberto Sordi e Vittorio Gassman in "La grande guerra" di Monicelli: uno è un popolano simpatico, apparente vittima del "gioco dei potenti" ma che si rivela alla fine un convinto e feroce protofascista; l’altro è un giovane studente, un volontario che è anche un uomo in fuga dalle proprie angosce.
La vicenda si svolge sull’Altopiano di Asiago, nel 1916: in un casolare semidistrutto due soldati trovano un giovane impiccato. Poi, dalle tenebre spunta fuori anche una strana ragazza che dice di essere la contorsionista di un circo e di essere stata violentata da un soldato ungherese. Comincia così una notte densa di misteri, durante la quale la ragazza prenderà le sembianze della giovane donna amata da uno dei due soldati –morta di parto– e si preciseranno posizioni ideologiche e fumose filosofie, baleneranno visioni e premonizioni, il soldato più giovane arriverà ad un passo dalla salvezza, ma l’altro, con un truce colpo di teatro, lo riporterà sulla via della perdizione, dentro all’eterno mito maschile e autodistruttivo della guerra, che forse è sempre presente e annidata dentro gli oscuri recessi che spingono i desideri e le animosità degli uomini.
La chiusura della commedia, con il passaggio ai registri del teatro politico, rimanda all’attualità e alla tragedia universale della guerra, alla ricerca di una possibile catarsi che edifichi una nuova idea di pace non come negazione di questa o quella guerra, ma come presa di coscienza individuale che esorcizzi il demone del bellicismo insito nell’uomo.
Info: 071-7489335.

Pubblicato Martedì 25 gennaio, 2005 
alle ore 10:48
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