Si sorride a denti stretti: tre punti guadagnati, un portiere (e che portiere) perso. Angiolani stava diventando la sicurezza della Vigor. A lungo imperforato, anche ieri sugli scudi, fino a che… Si sa che nei destini della Vigor c’è sempre un “fino a che”. Le cose filano lisce fino a che la dea bendata non si toglie la fascia decidendo dove cacciare il piedino. Ieri lo ha fatto all’88’: Angiolani si strappa in un banalissimo frangente di gioco e, se gli accertamenti confermeranno la diagnosi, si parla di una assenza tale che la Vigor dovrà di nuovo rivolgersi al mercato. Quanto al “prima”, il match aveva regalato una Vigor double-face e un Matelica in sintonia coi rossoblù. Bene i padroni di casa nel primo tempo con gli ospiti in palese sofferenza, arrembanti i biancorossi nel secondo. Insomma, si era ripetuto il solito leit-motiv: Vigor-champagne per 45′, Vigor-chinotto nella seconda parte del match. Champagne nel primo tratto, dicevamo: oltre alla rete messa a segno al 24′ (tap-in di testa di Traiani dopo la respinta di Isidori sul potente tiro di Figueroa, imbeccato da un eccellente Madau), la Vigor era andata vicinissima alla marcatura al 7′ con Fígueroa, al 16′ con Madau, al 17′ con un grande assolo di Pandolfi in area e botta schizzata sul corpo d’un difensore, al 18′ ancora con una micidiale soluzione di Figueroa fuori d’una spanna, al 38′ di nuovo con Pandolfi di testa e al 44′ con lo stesso Pandolfi che – liberato da Madau – calcia alto da posizione “parlante”. Ma già al 44′ il Matelica lancia un forte segnale. E nel secondo tempo arriva una micidiale sberla di Saracini su cui Angiolani giganteggia, un incrocio dei pali colto al 65′ dall’ex Maccaroni, e una serie di manovre (l’ultima all’84’, quando è Bertozzini ad allontanare a due passi dalla porta un tiro-cross dello stesso Duca) a fronte delle quali la Vigor regala solo il break di una conclusione di Madau (72′).
di Raoul Mancinelli