Testa o crociera? – Prima parte
di Roberto Marconi
Dunque: il treno per Bologna parte alle 16,30. Mancano oltre due ore ed il tragitto dal porto di sbarco alla stazione ferroviara richiederà al massimo 20 minuti di taxi. Ho tutto il tempo per richiamarmi alla mente le tante cose che ho vissuto negli ultimi 14 giorni di crociera: non è che sono romantico…solo che ho dimenticato, nella sua custodia, la macchina fotografica per 5 minuti sul tavolino di uno dei dodici bar della nave "Alì Babà" e ovviamente essa è sparita insieme a due interi rullini di ricordi. Mi è rimasta la foto, col copricapo del capitano, di Manuela, la mia ragazza, che ambisce a vivere nel Gran Mondo dello Spettacolo e ha pensato bene di cominciare con una bella crociera.
-Dai Francesco, cosa vuoi che siano quattromila Euro…se ti ci metti, tu li puoi guadagnare in un giorno!- e dicendolo ammiccava minacciosamente come a voler verificare dal mio sguardo se effettivamente sono uno che può tirar su quella somma in un baleno (e non è vero).
Ho abboccato…è così bella e così fantasiosa in tante cose! Il primo giorno di crociera, poi, mi sembrava di aver trovato il gentile vacanziere che si era candidato a offrici inconsapevolmente il rimborso del costo del viaggio: Il sig. Krustel.
Il Sig. Krustel è un operatore del mercato immobiliare svizzero e ha la passione per le battute comiche.
-A parte gli scherzi…- soleva esordire così quando diceva spiritosaggini- …ho un sistema sicuro per vincere al Bingo-
-Si, certo…non giocare…-(intendevo dire che così si vince di sicuro la mancata spesa per la giocata perdente)
-Ma davvero? Intervenne Manuela…e come?-
-Vede signorina, si tratta di un complesso mosaico di calcolo combinatorio dove in sintesi la ripetizione di certi numeri "di flusso" è prevedibile a priori-
-Interessante, ma come si mette in pratica…mi faccia un esempio concreto…- Manuela aveva ancora l’atteggiamento suadentemente indagatorio e graziosamente diffidente di chi, pur curiosissima, non vuol farsi prendere in giro dal primo che capita…
-Stasera…stasera si gioca a Bingo sulla nave e le mostrerò come si fa…-
Lo vidi andar via con una larga camicia pseudoawaiana, comprata a Zurigo, probabilmente da un cingalese venditore di originali imitazioni e pensai, vedendolo strascicare su delle ridicole ciabatte infradito gialle:-E’ lui!-
Nel pomeriggio appresi finalmente la differenza tra due cocktails che pare vadano per la maggiore: il Fuzzy Navel e lo Slippery Nipple.
In verità avrei preferito passare le prime ore della vita di bordo sperimentando le scomodità (relative) del letto nella sweet -junior con vista ponte e vista mare e vista Manuela nuda e disponibile (soprattutto), ma il suo atteggiamento mi era apparso un po’ freddino e poi non volevo dare l’impressione di uno che si butta subito sul buffet senza stile e glamour…
Dunque, dicevo, questi due coktails sono molto differenti e vanno bevuti in tempi e modi diversi: mentre aspettavo Manuela che si stava attardando in cabina, io li bevvi entrambi, un po’ per noia e un po’ perché volevo dimostrare a me stesso che in verità si tratta dello stesso intruglio solo con un bicchiere ed un colorante diverso.
Dopo circa dieci minuti, nel vomitarli entrambi sul parquet di legno pregiato del bar, fui soddisfatto nel vedere che in effetti erano indistinguibili e ugualmente nauseanti.In alto mare la nave da 100.000 tonnellate o forse più, andava su e giù quasi fosse su un tappeto elastico….
-Si ondeggia che non si resiste- dissi cercando di dare una spiegazione all’incidente appena accadutomi…
-Beccheggia….signore…beccheggia…- Intervenne il capitano o forse il vicecapitano o insomma uno col cappello ed i gradi che nel correggermi intendeva probabilmente farmi sentire meschino per quel fatto così poco elegante in cui ero incappato.
-Mi sa che lui può riconoscere il Fuzzy Nipple e lo Slippery Navel ricombinati sul pavimento come io non potrei mai, neanche vomitando altre mille volte- pensai mentre cercavo di allontanarmi il più possibile per poter denigrare da lontano l’accaduto con Manuela, ovviamente imputandolo ad altri.
Mi appoggiai ad una delle poltroncine in finta pelle rossa che circondavano da lontano il luogo del misfatto, ormai completamente e impudicamente nudo di avventori, tanto che se non fosse intervenuta una solerte addetta alle pulizie penso che avrei provveduto io stesso con la lingua, tanto ero in imbarazzo.
Non potei comunque astenermi dall’osservare, con la coda dell’occhio, una famigliola convinta di aver fatto un buon affare prendendo una camera sottocoperta e senza oblò al prezzo unico comprensivo di due figli minori di 16 anni.
-Chissà se questa logica l’hanno applicata anche ad altre cose…al matrimonio per esempio: un bel matrimonio comprensivo di due figli rompicoglioni e stronzi che riproducono i loro genitori per intero…di certo dovrebbero aver già capito che non c’è cosa più costosa di quella che ti viene proposta gratis dalla vita-
-Francesco! Sono qui Francesco…- Manuela mi si proponeva nella sua tenuta da ragazza-senza-grilli-per-la testa: una tenuta che comprendeva jeans un po’ sdruciti, una magliettina corta in tessuto elasticizzato con ombelico occhieggiante e un trucco leggero…che giustificava o troppo o troppo poco il tempo che era rimasta in cabina.
-ho preso l’ascensore panoramico, sai…quello tutto in cristallo che sale e scende lentamente…-
-E’ una esperienza che si può fare anche standosene seduti qui…hai notato come beccheggia la nave?-
-Questo è un rollio non un beccheggio signore- intervenne dal nulla il capitano o vicecapitano e comunque quello di prima che non aveva ancora finito di farmi sentire una merda
– Ah…comunque si sta male…- e lo guardai implorandolo con gli occhi di non proferire altro, ma lui senza neanche darmi il tempo di pensare quanto fosse stronzo per avermi corretto sulla sua stessa affermazione di poco prima, se ne era già andato a sorridere e celiare con qualche altra simpatica ospite.
-Stasera c’è aria di festa…faremo follie!- si elettrizzò lei
-Può darsi che quell’aria da ubriachi che hanno tutti derivi semplicemente dal mal di mare…- non dissi nulla del fatto che l’ascensore "di cristallo" era più credibilmente di plexiglass, anche perché contavo particolarmente sull’ultima prospettiva ventilata (le follie che avremmo fatto) : da due settimane ero stato designato suo "fidanzato" e volevo ormai legittimamente e concretamente "passare alla cassa".
-Ehi ,amici volete venire a prendere il cocktail di benvenuto? E’ offerto dalla direzione!-
Il sig. Krustel si era abbarbicato sul bancone del bar dal basso dei suo metro e sessanta scarso: sembrava una gonfia ranocchia e la larga camiciona hawaiana non poteva nascondere oltre uno stomaco da inveterato bevitore di birra.
-Grazie…magari un Fuzzy Navel per Manuela- lo dissi scandendo bene le parole e infilando dieci Euro nella tasca di un cameriere di passaggio il quale, senza fare cenno di intesa, si diresse tuttavia al bar e se ne tornò dopo un breve giro con un vassoio d’argento e una pittoresca bevanda cremisi dentro un ancor più pittoresco bicchiere a forma di fregatura.
– si tratta di un cocktail a base di frutta e pressoché non alcolico- dissi atteggiandomi ad intenditore- In altri momenti è più indicato lo Slippery Nipple…- aggiunsi cercando di calzare sul doppio senso del nome, ma sfortunatamente Manuela non conosce l’inglese, oppure lo conosce benissimo, ma io non conosco lei.
-Sono l’unica che è stata servita sul vassoio- osservò lusingata e forse anche lei intendeva dare un doppio senso alla frase, ma io ero troppo distratto dagli ampi gesti del sig. Krustel per coglierlo, se mai ci fosse stato. Dovevo sganciarmelo il nanetto, perché ero in quel momento tutto teso a guadagnare "punti qualità" con Manuela, ma al tempo stesso dovevo tenerlo in caldo per la contabilizzazione finale delle mie entrate e delle mie uscite. Feci un teatrale gesto con la mano roteante e il dito indice teso che internazionalmente significa : -più tardi…- La presenza di una ragazza stupenda, bruna, slanciata e innamorata (?) vicino a me spiegava il resto.
Fine prima parte
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