Questione Sacelit-Italcementi
Un'area strategica e di grande importanza per la citta'
Pur consapevoli di esporre concetti già noti, non ci sembra superfluo ritornare ancora una volta ad insistere sulla valenza strategica dell’area e sulla sua importanza per il futuro della città. Perché il rischio che si corre è grande.Da un lato c’è la possibilità di assistere alla nascita di un nuovo quartiere del centro urbano, in uno dei suoi punti più strategici, dove il centro storico incontra il mare ed il suo porto. Un quartiere vivo, vitale, dove possano trovare spazio sia la residenza stabile come quella turistica, il commercio e le attività artigianali legate al mare, al porto, alla sua storia e tradizioni.Di contro c’è il rischio di avere un’area viva per soli due – tre mesi, un quartiere fantasma, un grande dormitorio, per il resto dell’anno. In questo caso a guadagnarci sarebbe solo la speculazione edilizia, fatto non nuovo nella storia della città.Non per niente alcuni parlano del pericolo di un nuovo caso Piramidi o Villa Pieralisi. Costoro sbagliano sicuramente, ma per troppo ottimismo. Infatti, l’area interessata è all’incirca quattro volte più grande di quella delle due lottizzazioni predette e quindi il pericolo di ripeterne gli errori è proporzionale; non ci tranquillizzano le assicurazioni verbali in tal senso, finché non saremo in grado di prendere in esame piani e progetti concreti.Sicuramente la proprietà privata ha i suoi diritti e i suoi legittimi interessi da tutelare, ma essa ha anche dei limiti e degli obblighi nei confronti dell’interesse collettivo. Abbiamo a suo tempo esaminato la prima ipotesi progettuale affidata all’architetto Bohigas e ci sembrava un buon punto di partenza. Un piano che riusciva a conciliare, secondo noi in maniera equilibrata, interessi pubblici e privati.Questa ipotesi progettuale, l’unica che ci è stato dato di conoscere (e con noi la città), non sappiamo come si sia evoluta, né quali e quante modifiche abbia subito.Siamo d’accordo con l’ex assessore Bertolini quando afferma che la città ha diritto di sognare (e di programmare) una grande piazza sul mare, magari da costruirsi nel tempo. Il Comune non può certo pretendere che siano i privati a realizzarla completamente, ma questi ultimi non possono avere il diritto e la pretesa di interdirla.Tutto questo a prescindere dalla permanenza o meno di alcune delle vecchie strutture.Un approfondimento crediamo meriti la questione delle opere. Attenti a non rimanere abbagliati dalle promesse di tante opere pubbliche da realizzarsi a carico del costruttore; il miraggio dei 14,5 milioni di euro di opere nel nostro caso.Vorremmo ricordare innanzi tutto che una impresa immobiliare non è un ente di beneficenza e ciò che elargisce è sempre proporzionato al guadagno che realizzerà.Spesso le promesse di grandi opere pubbliche servono a coprire la pesantezza degli interventi. Se non si ha la memoria troppo corta si ricorderà che il progetto delle Piramidi passò e fu accettato dagli abitanti di Cesano proprio grazie alle promesse di tante opere pubbliche. La realtà poi la conosciamo, con opere in parte non realizzate o mai consegnate.Per le opere pubbliche il metro di giudizio non deve essere la quantità (ed i relativi costi), ma la loro qualità e la corrispondenza alle esigenze del territorio. Quindi quelle promesse andrebbero valutate con attenzione in merito alla loro effettiva utilità pubblica e al prezzo da pagare per rinunciare a qualche cosa di migliore. Tra queste ci ha colpito in particolare l’idea di realizzare un nuovo, grande, sottopasso ferroviario (perché non un cavalcavia?) a Cesano, a servizio del porto. Al costo enorme, 3,5 milioni di euro, siamo sicuri corrispondano adeguati benefici? Servirà a far arrivare al porto qualche barca miliardaria, ma quante ogni anno? Di contro riverserà sul lungomare di ponente nuovo traffico veicolare ogni giorno dell’anno, appesantendo ancora di più una situazione già critica, in particolare nel periodo estivo. Forse esistono alternative più economiche e di minor impatto ambientale.A proposito, il pensiero ci obbliga a ritornare al caso Piramidi: infatti a Cesano esiste già un sottopasso ferroviario, programmato e realizzato con gli oneri di urbanizzazione di questa lottizzazione, ancor oggi del tutto inutilizzato e vergognosamente (o pudicamente?) nascosto da rovi e sterpaglie.
In mancanza di informazioni ufficiali e certe su piani e progetti, la città, la gente comune, assiste sconcertata ed un poco allibita ad un dibattito forzato in cui a parlare sono solo la proprietà da un lato e la dirigenza politica dall’altro, in un susseguirsi di scambi di velate minacce e messaggi trasversali, più o meno criptati e, quindi, incomprensibili per i più.
Una cosa è certa, in questo quadro la prima vittima è ancora una volta la partecipazione democratica.
Dal Gruppo Societa’ e Ambiente
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