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O ROMA..(ultima parte)

di Roberto Marconi


infine mi parlò, in parte fuori copione,come l’amante parla al suo amante e soprattutto mi
baciò come l’amante bacia il suo amante.
Mentre tutti in casa di Lucio stavano rivedendo il filmino di prova e
commentavano la scena come davvero realistica, Francesca annunciò a
voce alta di voler andare in cucina a prendere il gelato ed io, in
tensione da ore, la seguii per cercare la mia occasione: "O ROMA O
MORTE!" Pensai entrando e stringendo tra i denti le frasi stentoree e
decisive che avrei pronunciato… ma… la vidi in ginocchio che cercava
di prendere un cucchiaino caduto sotto il frigorifero e si
sospingeva avanti ed indietro, ritmicamente, per cercare di
recuperarlo…aveva un pantacolle arancione che la fasciava perfettamente
bene…tra le due rotondità maliziosamente occhieggiava la sua "albicocca"
che sembrava mandarmi bacini e bacini come succede solo in certi
fulgidi momenti di vivida intimità: insomma… inciampai su qualcosa…
feci cadere tutto…tutti accorsero…figura di merda…(della serie Veni
Vidi WC)… amen il discorso decisivo e tutto il resto…
L’indomani era l’ultimo giorno di scuola e, in attesa degli esami, si
andò tutti al mare. Facendo il bagno, le ragazze (ma forse l’idea la
lanciò proprio Francesca, ora che ci penso…) proposero di fare la
sfida dei cavalli e cavalieri.
Ognuno di noi caricava sulle spalle una ragazza e doveva cercare di
non farsi abbattere dalle altre coppie. Io ovviamente presi Francesca
che indossava un delizioso costumino olimpionico come usava allora,
fatto sta che dopo pochi secondi percepii come il suo interesse non
si rivolgeva più di tanto alla "tenzone": prese a carezzarsi quasi
impercettibilmente, ma inequivocabilmente sul mio collo con la sua
"femminilità" che mi sembrava in quel momento la cosa più calda, tenera,
accogliente di tutto l’Universo. Il rorido "massaggio" andò avanti per
alcuni minuti e francamente non sapevo più come avrei fatto ad uscire
dall’acqua senza manifestare, in tutta evidenza, il mio gradimento
per l’iniziativa di cui ero stato oggetto. Più tardi, mentre tutti
facevano la solita banale partita di pallavolo, io e Francesca ci
ritrovammo seduti su una stuoia dietro un pedalò da riparare, in
attesa di poterci asciugare i capelli e il corpo al ruggente sole di
giugno. Pensai che finalmente il mio momento era arrivato. Ora o mai più…
la scuola finiva, poi l’università o scelte diverse di vita ci
avrebbero divisi per sempre: O ROMA O MORTE!
-Senti Chicca…io…-ma, all’improvviso, una invisibile garrota aveva preso a
strangolarmi le parole in gola quanto più mi avvicinavo al cuore del
discorso. Non ce la facevo a proseguire e allora, prima del delirio,
osai il non osabile: mi avvicinai e le sfiorai, con le labbra , il
collo. Lei non mosse un muscolo: mi sentii incoraggiato e col cuore
come impazzito mi sporsi di più e le baciai la bocca a labbra chiuse.
Ancora nulla. Mi apprestai a stringerla fra le braccia, intensamente,
orgogliosamente, decisamente… ma incrociai i suoi occhi: erano
sbarrati come quelli di una bambina spaventata, ma sua espressione
sembrava dirmi : -Perché rovini tutto?- pensai in un attimo di aver
sbagliato irrimediabilmente e mi ritrassi frastornato:dopo
frettolosi saluti ci separammo e non ci eravamo più visti fino a 20
minuti prima…
(P.S. però il suo ragazzo, futuro suo marito, lo avevo rivisto…
eccome! Il giorno dopo, attrezzato col suo ceffone a manona aperta
che si era abbattuto più volte sulla mia nuca come il sigillo della
mia sconfitta).
Posso oggi rigiocare la mia partita…Francesca non aveva i soldi per
la causa e quindi con un escamotage ho versato io a suo nome
l’anticipo per le spese giudiziali. "La custode delle regole" in ufficio, Greta,
mi ha guardato con severità intuendo l’ingenua operazione ma
subito si è stemperata in malinconica tenerezza… lei conosce tutta la
storia(l’ho raccontata in un momento di solitudine) e poi non sa che
mentre Francesca metteva le firme standomi di spalle l’ho vista chinarsi
sulla gonna corta…Eh sì, le rotondità ci sono ancora tutte e in bell’ordine.
Mi ha lanciato poi uno sguardo attraverso lo specchio sulla parete dietro
la scrivania…ha colto il mio interesse più denso del semplice profilo
professionale e per un istante ha stretto leggermente le ginocchia e
ritratto un poco la caviglia destra….come se un incontrollabile
formicolìo l’avesse colta improvvisamente.
Nel vederle così vicine, Greta ampia di saggezza e Francesca stretta
nel talleur, prendo atto che la bellezza deve essere più grande
dell’intelligenza, perché, da millenni, non ha bisogno di spiegazioni.
Sì accidenti…posso avere Francesca…questa sera… O ROMA O MORTE!.
Sto aspettando che firmi il contratto per il noleggio dell’auto (tra
gioielliere, nuovo guardaroba di marca e l’auto sta già spendendo con
la mia CARTA ORO ILLIMITATA più di quanto io spenda in un mese… ma
penso che certo non può chiedere i soldi al marito che vuole
lasciare…è ovvio…)e mi stupisco di non essere ancora riuscito a
introdurre l’argomento "come passeremo la serata insieme"…è
assolutamente presa dalle compere compensative della carenza di affetto…
questo è il motivo… ho in compenso inviato, nell’attesa, alcuni messaggini col mio
cellulare al suo numero che non conosco:
-potrei essere l’uomo della tua vita?-
-Credo di sì…specialmente se la tua vita durasse un paio di mesi-
-Ma almeno pensi come me che esiste l’Amore Per Sempre?-
-se ho detto che l’amore per sempre non esiste ho sbagliato…manca
la "r" davanti al verbo-
Queste frasi, che non ho letto sul display, mi distraggono mentre
Francesca, uscendo, mi guarda con affettata dolcezza e inalando qualcosa con lo
spray spuntatole subitaneamente dalla borsetta mi si rivolge con
studiata tenerezza:
-Ti stimo molto perché sei un uomo generoso e rispettoso…ti chiamo
presto- e così dicendo, previa bacetto sulla guancia, se ne sgomma
via alla guida di una sfiziosa MG color verde speranza..
-Ehi no,aspetta…- faccio per allungare la gamba verso la scocca per
evitare che chiuda la portiera, ma la cosa mi riesce male e solo un
lembo di stoffa raggiunge lo scopo…giustappunto lo scopo di farmi
strappare fragorosamente la tasca destra ed una parte del cavallo dei
pantaloni.
Me ne torno in ufficio precisamente con le brache in mano e Greta mi
guarda con una punta di commozione e compassione: ha capito…
forse ha condiviso…forse ha sperato con me…
Non è poi così grassa Greta, adesso che la guardo con attenzione…con
una dieta…e poi ha affinato in tanti anni le virtù che nessuna donna
bella ha lo scrupolo di coltivare … forse … magari stasera…
O ROMA O ORTE!

Fine
di Roberto Marconi

Redazione Senigallia Notizie
Pubblicato Venerdì 15 ottobre, 2004 
alle ore 16:25
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