Il restauro della Rotonda non è messo a repentaglio a causa della rescissione del contratto con la ditta incaricata di eseguire i lavori. Dopo la decisione della giunta di "licenziare" la "E.R." di Formia a causa di "gravi inadempienze nello svolgimento dei lavori", dubbi e timori sul futuro dell’edificio simbolo di Senigallia sono emersi anche sulla scia di altre questioni cittadine "in sospeso". A rassicurare sul prosieguo dei lavori al cantiere della Rotonda è l’assessore ai Lavori pubblici Maurizio Mangialardi, che annuncia anzi i contatti già avvenuti con una ditta di Teramo che, secondo la normativa, avrebbe il diritto di subentrare nella gestione dei lavori. "Secondo quanto previsto dalla legge abbiamo già contattato la ditta risultata seconda alla gara d’appalto, la quale sta ora valutando il progetto ed entro qualche giorno darà la sua risposta – spiega Mangialardi – Una volta espletate le formalità tecniche saremo pronti a procedere con l’affidamento dei lavori". Da valutare, invece, le richieste di risarcimento danni avanzate da privati per presunti danni causati dalla "E.R." durante i lavori. "Ovviamente considereremo anche questo aspetto e valuteremo di conseguenza le richieste di risarcimento con le relative modalità di intervento -aggiunge l’assessore- Proprio su questi dettagli stiamo ragionando in questi giorni. Mi sembra evidente ad ogni modo che tutto finora sta procedendo speditamente e i contatti con la probabile nuova ditta sono già avvenuti". Sembra, dunque, che la Rotonda non farà la stessa fine di "situazioni" che da anni attendono di sbloccarsi come l’aera Sacelit Italcementi o la piscina Comunale. Due fronti che potrebbero presto riservare alcune novità. Sull’area-Sacelit manca orimai da anni l’accordo tra la proprietà, la Edra Costruzioni, e il Comune per decidere il destino "edilizio" della zona. Un piano d’area mancante e tuttora sofferente che rischia di riflettersi anche sui giochi politici in vista delle prossime elezioni comunali. Di "tempi morti" ne sa qualcosa anche la piscina comunale, sebbene in quest’ultimo caso sembrano essere in arrivo novità confortanti verso una svolta definitiva. A bloccare lavori, per altro giunti praticamente a conclusione, è stato il contenzioso sorto tra l’Amministrazione comunale e la ditta partenopea "Peman" esecutrice del lavoro. Quest’ultima, infatti, aveva chiesto un ritocco rispetto alla cifra stabilita nella gara d’appalto di 5 miliardi e 100 milioni di vecchie lire mentre il Comune è stato di tutt’altro avviso. Di qui l’apertura di un arbitrato tuttora in corso che però potrebbe essere "aggirato" con una soluzione gradita al Comune.
di G.Man.