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Omicidi a Senigallia – 8° Puntata

Di David Oslo

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Era necessario che si calmasse e per farlo la cosa migliore era fare due passi.Osservo’ la chiavetta. La superficie metallica non era incrinata era solo piegata. Se la rimise in tasca evitando di cedere alla tentazione di risalire sul mezzo rimettendola nella fessura dell’avviamento tentando di raddrizzarla malamente.Sandro riflette’ e decise che il contrattempo non andava sprecato. In fondo non gli stava bene di andarsene via cosi’. Oltre il rammarico per lo spiacevolle episodio con reno, voleva accertarsi in che condizioni fosse il fratello.S’incammino’ senza fretta respirando lentamente . Non era detto che il fratello rivedendolo avesse cambiato i propositi di vendetta, se poi era ancora in preda ai fumi dell’alcool era opportuno usare cautela.Senza volerlo aveva accelerato il passo e chissa’ perche’ si sentiva sempre piu’agitato.Per qualche istante perse l’orientamento perche’ pur essendo nelle vicinanze delcapanno non ne distingueva la sagoma. Una delle cause era l’improvviso oscuramento della luminosita’ lunare, l’altra era che dall’interno del capanno non vi era piu’ nessun chiarore.Chissa’ forse la spossatezza e l’alcool avevano avuto la meglio su qualunque altrainiziativa avesse avuto in mente in fratello.Ma nella mente di sandro quel primo pensiero venne accantonato con la stessarapidita’ con cui si era formato. Un uomo vinto dall’alcool crolla e non si preoccupa certo di spegnare la luce. Ma reno poteva anche essere andato via. Ecco il motivo del buio e del silenzio , non era piu’ li.E in un certo senso era vero che non era piu’ li. Sandro si ricordava che il fratello dopo la scaramuccia avuta con lui si era alzato zoppicante, dunque sarebbe stato piu’logico se lo avesse trovato intento a leccarsi le ferite.Deluso sul mancato ritrovamento di reno , ma ancora dubbioso sulla stranacircostanza, sandro pronuncio’ ad alta voce il nome del fratello come se lo volesseesortare ad uscire da un improbabile nascondiglio.Nel breve frattempo l’unico cambiamento che si verifico’ , fu che la luna liberatasidall’ultima nuvola ritorno’ ad illuminare la scena come un riflettore puntato perl’occasione dove era necessario che vi fosse luce. Girando lo sguardo nel nuovo scenario, sandro pronuncio’ con piu’ foga ancora una volta il nome del fratello.Non si erano ancora dissolte nel silenzio della notte le onde sonore del richiamo, chelo sguardo indagatore di sandro fu attratto dalla massa informe che emergeva dalpiccolo stagno. Aguzzo’ lo sguardo ma nonostante il riverbero lunare non riusci’ a identificarne la natura.Piu’ per istinto che per curiosita’ s’avvicino’ al bordo dell’acquitrino.Cio’ che i meccanismi visivi trasmisero al cervello lo paralizzarono.Ribrezzo, stupore , incredulita’, furono le sensazioni che si alternarono caoticamente nella mente di sandro, scoprendo che quella forma immersa era il corpo del fratelloorrendamente massacrato.Per lunghi e penosi istanti sandro ebbe la testa vuota. Dovette fuggevolmente riguardare il cadavere del fratello per capacitarsi che non era sdraiato sulla branda in galera in preda a qualche incubo. Fu la nausea che facendolo vomitare lo riporto’ alla realta’.Disperazione e dolore lo sopraffecero facendolo piangere. Piangere gli fece bene perche’ tacito’ la forte emozione permettendo alla mente di riprendere il controllo della situazione.Ma la sensazione di lucidita’ duro’ qualche minuto, perche il panico sopraggiunseprepotentemente suggerendogli di fuggire.Con il briciolo di raziocinio che sottrasse alla paura sandro non pote’ che approvarecio’ che anche l’istinto di conservazione gli imponeva, andarsene alla svelta.Muovendosi come un automa difettoso sandro arretro’, poi mentre le gambemalferme lo riportavano nella giusta direzione, nella mente si susseguirono conestremo sconforto le idee piu bislacche e terribili.Sebbene non era stato lui a compiere quell’atroce misfatto, un dubbio atroce gli fecevacillare la mente. Poteva dimostrare a se stesso che era non era stato colto da raptus omicida massacrando il fratello ?.Con un gesto istintivo si guardo’ le mani e si tocco’ gli abiti. Le palme delle mani erano umide e appiccicose, ma di sudore , e gli abiti erano lordi, ma di vomito.Ansante e stravolto arrivo’ alla radura. Al pensiero di non riuscire a mettere in moto il mezzo senti’ una stretta alle viscere. Completamente immerso in un bagno di sudore gelato estrasse la chiave dalla tasca e raccomandandosi a chi lo poteva aiutare infilo’ la chiave nella fessura della messa in moto. Con cautela giro’. Niente. Avrebbe voluto urlare , ma si controllo’. Ritento’e fu la volta buona . Il cantilenante diesel si avvio’. L’urlo selvaggio che usci’ dalla gola riarsa di sandro accompagnato dal violento pugno che mollo’sul cruscotto lo scaricarono riuscendo a far volatilizzarealmeno per il momento il panico.Ritornato lucido sandro guidando con piglio sicuro il fuoristrada sulla via del ritornopasso’ in rassegna i possibili sviluppi che l’omicidio del fratello avrebbe innescato.Trascurando per il momento chi poteva essere il colpevole , e il moventedell’omicidio , al solo pensiero che la polizia potesse essere messa al corrente che erastato sul luogo dell’omicidio e addirittura aveva avuto un alterco con l’ucciso, eradura molto dura da difendere la sua innocenza.Si fermo’ al primo bar e butto giu’ il primo bicchierino. Poi continuo’ cosi’ finche’senza saperlo approdo’ da Tom un ex carcerato come lui l’unico che gli avrebbecreduto.
Altre presenze
Dani si era svegliato di soprassalto con la sensazione che qualcosa di vivo gli fossepassato sul corpo . Era andato a smaltire la sbornia nella casa abbandonata e si era addormentato su un mucchio di paglia. Quando era giu’ di morale, e ultimamente gli capitava spesso , beveva Se prendeva la sbornia di mattina passava il pomeriggio a casa a dormire, se la prendeva alla sera andava nella casa abbandonata a smaltirla dove a volte vi passava tutta la notte. Della madre e dei fratelli non aveva soggezione ma non sapeva che comportamento avrebbe avuto il padre se lo avesse visto ubriaco, cosicche’ preferiva trascorrere la notte fuori di casa. Quando lavorava come…….

L’autore permette la libera lettura di "Omicidi a Senigallia" fino a qui.

Se vuoi leggere l’opera intera visita www.leggendosiestailtempo.it

Redazione Senigallia Notizie
Pubblicato Venerdì 6 agosto, 2004 
alle ore 19:25
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