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Omicidi a Senigallia – 1° Puntata

Di David Oslo

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Mattino
Il cane aveva abbaiato a tratti per tutta la notte , apparentemente senza una ragioneplausibile. L’alba era sorta come se nulla fosse accaduto di nuovo.In quel primo chiarore le colline parevano i dorsi di giganteschi animali preistoriciin letargo . Nel piccolo stagno dopo lo scombussolamento notturno provocato daltonfo improvviso tutto era ritornato alla normalita’.Il campanile scandi’ le 5 come sempre .Qualcuno era sveglio in una feroce attesa. La prima saracinesca ad annunciare che tutto ricominciava era quella del bar in piazza.Il cane che per tutta la notte aveva gridato ai quattroventi il nome dell’assassino,inascoltato si era ammutolito. Lo sparuto gruppo di fedeli usci’ dalla chiesa pronti a infilzare con la lingua i malcapitati che avrebbero incrociato. Le vetuste corriere cariche di scolari da portare nelle scuole giu’ in citta’, si allontanarono rombando fragorosamente lacerando il silenzio dell’ora mattutina.
La scoperta di Reno
Maria si alzava presto. Non aveva impegni di lavoro o insonnia, semplicemente per 30 anni si era alzata presto e adesso che era in pensione non poteva fare a meno di incominciare la giornata alle prime ore del mattino. Percorreva le stradine interne con lo sguardo ai campi, farfugliando anche qualche orazione. Improvvisamente senti’ la necessita’ di orinare. Quando era giovane la poteva trattenere ma adesso doveva farla e in fretta. Lo stradello che stava percorrendo era dserto, ma solo a qualche decina di metri vi era il canneto del piccolo stagno, penso’ di farcela ad arrivare fin li’.La rugiada le inumidi’ i piedi calzati dai sandali, ma il piacere che provo’ nelliberarsi la vescica la ripago’ abbondantemente del disagio.Si risollevo’ malferma aggrappandosi alle canne che la circondavano.Le era girata un po’ la testa. Dalla posizione in cui si trovava poteva vedere benissimo suo fratello, ma si sa i vecchi a volte pur avendo gli occhi aperti non vedono subito cio che sta’ li davanti a loro perche’ cio’ che vedono non corrisponde a cio’ che secondo loro ci dovrebbe essere. Ma dovette passare solo quasi un minuto , poi Maria lo vide il fratello ,era disteso nell’acqua a faccia in su. Seppure rauche e inarticolate le urla si propagarono a una certa distanza prima che Maria stramazzasse al suolo svenuta.
Brenno
Brenno, dopo essersi accertato che la pompa elettrica che aspirava acqua dalla fontefunzionava a dovere si allontano’ dalla stessa inoltrandosi nel campo.Appena le onde sonore provocate dal frastuono meccanico si attenuarono Brenno udi’ confusamente le invocazioni di aiuto.La sua reazione fu incerta.Non si mosse ma tese l’orecchio per accertarsi da che parte provenissero sforzandosi di capire chi potesse essere a gridare in quel modo e per quale ragione sbraitasse tanto, li nel campo tutto era tranquillo . Passarono altri secondi senza che accadesse nulla. L’ultima invocazione che usci’ dalla gola di Maria prima di svenire fu un misto di terrore e di dolore cosi’ acuto e lancinante che Brenno l’avverti’ distintamente facendogli accapponare la pelle.Senza piu’ indugi con la sveltezza di un anziano con ai piedi un paio di ingombrantistivaloni di gomma Brenno risali’ il campo dirigendosi verso l’origine di quell’urlostraziante.
La notizia straordinaria
La notizia del ritrovamento del corpo di Reno si divulgo’ nel piccolo centro e nelleimmediate vicinanze con una rapidita’ tale da bruciare sul tempo i media.Spontanei cappannelli si erano formati nella piazza del paese con continui ricambi diindividui che sbucavano dal bar o giungevano alla spicciolata da ogni angolo delborgo per commentare, per stupirsi e meravigliarsi insieme agli altri di un fatto cosi’terribile e inspiegabile.Nessuno osava esporre qualche teoria in merito , pur se il desiderio di farlo erairresistibile, non era cosa di tutti giorni il rinvenimento di un cadavere , appartenentead un nativo , con il ventre squarciato come ad un maiale.Neppure il terremoto passato qualche anno prima aveva fatto riunire gli abitanti delborgo, facendo parlare tra loro persino quelli che da tempo si ignoravano a vicenda.Anche lui si uni’ ai cappannelli, e ne fu soddisfatto, perche’ l’atmosfera creatasi nelpiccolo borgo si stava imbevendo piu’ che di incredulita’ di paura, era cio’ che volevaottenere.Rientro’ a casa avvolto da una grande eccitazione mista ad una crescente ansia che sitrasformo’ in terrore.Non ne era sorpreso, se lo aspettava..Per non soccombere infilo’ la tuta da ginnasticae scese in cantina accingendosi ad un duro allenamento ai pesi. All’inizio la fatica lo avrebbe liberato dal panico , poi quando i muscoli si sarebbero gonfiati e le sostanze chimiche liberate nel sangue avrebbero raggiunto i neuroni la fantasia lo avrebbe preso per mano rendendolo felicemente invulnerabile.
sopralluogo
Il sopralluogo aveva impegnato un numero congruo di uomini e mezzi. Tutto attorno al luogo del rinvenimento era stato steso un nastro plastificato tipo, "lavori in corso" .Adesso si usava fare cosi’ . I telefilm americani avevano fatto scuola. Nel passato le forze dell’ordine dopo aver tenuto distante i curiosi per il tempo necessario levavanole tende picchettando sommariamente la zona lasciando al senso civico della popolazione il rispetto di quel confine virtuale .A dire il vero i sopralluoghi erano stati due , uno sulla scena del delitto vera e propria, e l’altro sulla vasta area coltivata ad orto dove sorgeva un grosso capanno adibito a ricovero degli attrezzi e per fare qualche bicchierata con gli amici.La distanza tra un luogo e l’altro era un centinaio di metri.Il drappello al cui comando era il magistrato di turno si snodava compostamente traun’area e l’altra , poi quando il gip si sentiva ispirato e incaricava uno dei presenti di setacciare di nuovo la zona gia’ percorsa il drappello si sfilacciava per poi ricomporsidi nuovo, come uno strano puzzle in cui con gli stessi pezzi gli schemi variavano di continuo.Dopo un paio di ore di spostamenti vari in quell’area riparata dai venti con l’ariasoffocante la solida panchina di legno antistante il capanno all’ombra dell’unicaimponente quercia era davvero allettante tant’è che il gip decise di approffitarne eprendervi posto ordinando un intervallo e fare il punto della situazione .Finora i risultati delle ricerche non avevano dato nessun risultato esaltante, sebbenenel perimetro in cui era stato rinvenuto il cadavere si era scavato e rivoltato per beneil terreno provocando solo un fuggi fuggi di rane, rospi, e di qualche biscia ancoraassopita. Di contro si erano fotografate un bel po’ di orme. Trovare indizi interessanti in aree aperte e soprattutto in campagna era solo questione di fortuna, perche’ passate solo poche ore dal momento del delitto lo scenario poteva cambiare cosi’ radicalmente da rendere difficoltoso il lavoro degli investigatori nel ricostruire la dinamica dei fatti.Anche l’impiego di un metal detector per scovare la presunta arma del delitto , un‘arma da taglio, era stato vano, oltre i soliti accendini , qualche vecchio bossolo dacaccia , e qualche altra cinfrusaglia arrugginita, non era emerso nulla di interessante.Gli agenti avevano avuto un bel daffare nel perquisire l’interno del capanno dove inun armadio metallico erano conservate una infinita’ di carabattole, vecchie pentole,minuteria metallica, utensili dismessi o in attesa di essere riparati , seghe segaccimartelli, chiodi , e una infinita’ di oggetti che avrebbero fatto bella mostra da unrigattiere.Nel secondo armadio invece vi erano appesi abiti da lavoro , e sul fondo scarpe ,stivali, zoccoli , e una buona scorta di bottiglie di vino.Niente da mettere in relazione con l’omicidio.Non era passata inosservata la pacifica invasione delle forze dell’ordine sul luogo deldelitto , tanto è vero che per tutta la durata del sopralluogo, a debita distanzanumerosi osservatori avevano seguito le manovre della legge come a una battuta dicaccia.
……continua domani

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Redazione Senigallia Notizie
Pubblicato Venerdì 6 agosto, 2004 
alle ore 17:48
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