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Ora anche le novelle catartiche

"Sono un goliarda, prendo la vita seriamente ridendoci sopra"

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Clicca per ingrandireSicuramente la serata più affollata e divertente quella di lunedì per “La piazza delle parole”.Flavio Oreglìo, amico della cìttà, presenta “Katartiko3″(al cubo), che ha come sottotitolo “atto finale”: “volevo rassicurare il pubblico…”.Parte subito in quinta e inizia a leggere i suoi epigrammi alla Marziale sulle donne: “Donne, se non ci fossero bisognerebbe gonfiarle” oppure “Amore mio, per me sei come un salvadanaio pieno d’oro: vorrei prenderti a martellate”.Poi passa al generale e spara una raffica di aforismi sottili e pungenti, rivisitazioni di proverbi come “una mela al giorno leva il medico di torno, ma basta una pera perché lui si ripresenti”.”Alcune mie battute sono più dirette e popolari si spiega, altre più sofisticate ma il senso catartico non ha limiti La mia attività principale resta quella del cantautore.La prossima settimana esce un mio disco su una rivista. La novità di questo libro? Le novelle catartiche, racconti ed esempi di catarsi in prosa”.Si interrompe e saluta dei compaesani di Peschiera Borromeo sospettando che sia l’Amministrazione ad averli fatti venire per farlo contento.Si racconta, parla del suo amore per la musica, le parole e la scrittura: “La scrittura per me non ha confini.Scrivo da sempre di tutto, ma più di ogni altra cosa amo le canzoni: La poesia catartica è un momento che si ferma lì, mentre le canzoni restano.II mio punto di riferimento è ìl teatro-canzone dì Gaber e Fo, che la mia generazione riproduceva al Derby, locale milanese simile allo Zelig.Sono un goliarda e affronto la vita seriamente ridendoci sopra”.Imbraccia la chitarra e viene fuori con tutta forza l’istrione bravissimo e cinico che è in lui.Una lunga canzone colpisce il tallone d’Achille degli italiani: si chiama “3 luglio 1990”. L’Italia ai Mondiali sconfitta dall’Argentina.Già una tragedia.Ma il vero dramma fu che alla sua porta suonò la fidanzata per festeggiare un anno di anniversario (“che cavolo sono andato a fare a Rimini un anno fa.. “ho in mente solo Totò Schillaci”).Quando finalmente torna a casa si può vedere il secondo tempo ma drin.Suona il ‘mansueto Ferdinando che lavora in una diga e porta tanta…”.Il resto cosa nota.Ultima battuta sul calcio, “Non è vero che la Juve ruba le partite: le paga tutte fino all’ultimo centesimo”. Saluta tutti e promette di non tornare più.
di Chiara Michelon

Pubblicato Mercoledì 28 luglio, 2004 
alle ore 11:29
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