Sull’Italcementi cala il sipario
Chiude l'azienda all'amianto
Chiude L’Italcementi.L’ha annunciato Carlo Montanari, presidente dell’Ala, associazione per la lotta all’amianto.La data di chiusura dello stabilimento è fissata per il 31 luglio, quindi sabato sarà l’ultimo giorno di lavoro per i quattro dipendenti che ancora prestano servizio nell’azienda.Di loro, uno andrà in pensione mentre gli altri tre andranno in mobilità con modalità diverse a seconda delle rispettive fasce d’età."L’ho saputo questa mattina dai miei ex colleghi – spiega Montanari – Si sapeva che doveva chiudere il 31 dicembre poi la data è stata anticipata".La fine dello stabilimento segue quella della Sacelit avvenuta 22 anni fa quando il ministero della Salute dichiarò che l’amianto era cancerogeno.Sabato anche L’Italcementi sarà solo un ricordo anche se, come ricorda Montanari, lascia molti segni."Nello stabilimento lavoravano anche le donne, per la precisione 94, e loro erano le più colpite da eczemi sulle braccia e in altre parti del corpo, ma la cosa più triste sono i tumori che ci sono stati.Quando lavoravo lì ero addetto al personale quindi conosco il bilancio delle morti causate dall’amianto e di gente che è stata male dopo aver lavorato in questi ambienti.Sicuramente saranno almeno un centinaio anche se è difficile dare un numero preciso".Per l’Ala la notizia della chiusura dello stabile rappresenta una vittoria e l’auspicio di Montanari è che l’area venga definitivamente e completamente bonificata dall’eventuale presenza di amianto: "Finalmente la cosa finisce, ma Senigallia è piena di amianto, sia nel sottosuolo della fabbrica che nell’ambiente di lavoro in cui ci sono i capannoni quindi lastre, coperture, infissi e via dicendo.Occorre fare dei lavori, in parte sono stati fatti al tempo del sindaco Graziano Mariani che fece fare un censimento che andò parzialmente a buon fine ma fu poi bocciato dalla Regione che voleva fare un programma che comprendeva tutto il territorio regionale".
di Michela Gambelli
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