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Balcone trasformato in camera

Il vicino spione denuncia l'abuso

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Funzionano i controlli sugli abusi edilizi grazie soprattutto alla solerzia dei vicini di casa, che puntualmente si prodigano nel segnalarne la presenza, quando li vedono spuntare nel giardino o nell’edifico di fianco al loro. Spesso invece è proprio il cittadino che decide di auto-denunciarsi approfittando della sanatoria, che negli ultimi diciannove anni ha superato le undicimila richieste. "Non si tratta mai di costruzioni eclatanti – spiega Francesco Stefanellí, assessore all’Urbanistica -, come edifici che sorgono dal nulla"."I casi più ricorrenti riguardano infatti la modifica della destinazione d’uso di un spazio, oppure il garage che aumenta dimensioni o la chiusura di un balcone da trasformare in un’altra stanza". Gli illeciti edilizi quindi si consumano nella quasi totalità dei casi tra le mura domestiche o al massimo nel giardino di pertinenza, dove la cuccia per il cane può trasformarsi nella casetta degli attrezzi oppure il box per la macchina diventare una seconda casa (magari da affittare).Grazie al condono il privato, con la passione del "fai da te", può legittimare i lavori realizzati abusivamente come è già accaduto con la sanatoria del 1985, quando sono state inoltrate in Comune circa 5.200 ma, se si considera che ognuna conteneva più richieste, si stima che in totale gli abusi auto-denunciati siano stati circa 10.527. Più contenute invece le richieste per il condono del 1994, si tratta infatti di 995 mentre per l’ultimo, ancora in corso, le domande presentate hanno superato le 30. Per l’attuale condono è stata concessa una proroga alla scadenza per presentare le richieste, slittata dal 31 marzo scorso al 31 luglio, ma anche quest’ultima data è destinata a slittare dopo la sentenza della Corte costituzionale emessa alcune settimane fa. Il ricorso presentato dalla Regione Marche contro la legge dello Stato, che non contemplava limiti per sanare gli illeciti, è stato accolto e ciò implica che il condono edilizio non trova più applicazìonì ai fini della sanatoria amministrativa, come voleva la legge regionale, ma solo ai fini penali.Lo slittamento del termine di presentazione delle domande e stato sancito, anche se non esplicitamente dalla sentenza della Corte, per dare il tempo allo Stato riscrivere una nuova legge nazionale. Riguardo i precedenti condoni nello specifico a Senigallia possiamo riscontrare che per quello del 1985 le pratiche rilasciate sono state 6.384, mentre ce ne sono ancora 4.143 da definire. Delle pratiche del 1994, 675 sono state rilasciate e 320 sono ancora da definire. La presenza di pratiche inevase da circa vent’anni è dovuta al fatto che il Comune ha a disposizione due funzionari che non operano solo in questo settore.Dal momento in cui viene presentata la domanda di condono chi la riceve deve ricostruire la storia dell’edificio, recuperando materiale non sempre facile da reperire, e quindi in alcuni casi la questione può concludersi in pochi giorni mentre in altre circostanze possono trascorrere parecchi anni. Se poi sorgono dei contenziosi la questione va ancora più perle lunghe, spesso infatti quando il Comune risponde alla richiesta con un diniego si apre un contenzioso amministrativo, perché il richiedente si appella al Tar, avviando una trafila che avrà bisogno di tempi lunghi.
di Sabrina Marinelli

Pubblicato Lunedì 12 luglio, 2004 
alle ore 10:15
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