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Convegno di Montecarotto sul vino

Un settore fiore all'occhiello delle Marche

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clicca per ingrandireLe buone performance della vitivinicoltura delle Marche si devono consolidare e si possono migliorare: è questo lo spirito che sta alla base del Piano di settore, per il momento solo in bozza, illustrato al Convegno di Montecatotto.”Vanno enfatizzati i punti di forza e corretti gli elementi di debolezza” – ha detto l’assessore Luciano Agostini, che ha ricordato che il vino è il fiore all’occhiello non solo dell’agricoltura, ma dell’economia della regione in genere, e concorre a costruire l’immagine delle Marche. ““La politica di consolidamento del settore costituisce – ha sottolineato Agostini – la fisiologica prosecuzione del processo di rinnovamento, che ha portato e sta portando le Marche a ottenere consensi e riconoscimenti prestigiosi in campo nazionale ed internazionale, a conferma del grande impegno perpetrato e maturità raggiunta dal settore””. Il documento, che ha già iniziato il suo percorso di concertazione nel Tavolo verde, individua alcune problematiche che vanno corrette: dimensioni aziendali ancora ridotte; necessità di continuare il processo di rinnovamento degli impianti; senilizzazione; difficoltà nel reperimento di manodopera specializzata; inadeguata organizzazione dell’offerta che comporta una scarsa incisività delle iniziative commerciali e promozionali; innovazione non sempre sufficiente. Nella sostanza quindi occorre migliorare tutte fasi del processo produttivo, dalla produzione di uva, alla trasformazione in vino, alla commercializzazione,alla promozione e alla valorizzazione dei prodotti destinati all’immissione al consumo. Ciò presuppone non solo il rafforzamento dell’attività di ricerca e sperimentazione, ma un funzionante sistema di collegamento con le imprese per il trasferimento delle innovazioni e richiede la definizione del ruolo dell’amministrazione pubblica nei confronti del mondo produttivo. Quindi la pubblica amministrazione si interroga sul suo ruolo e cerca un dialogo costante e costruttivo con i privati e le parti sociali.Il Convegno è stato aperto dal sindaco della cittadina Mirella Mazzarini e dal presidente della III Commissione consiliare Ferdinando Avenali, che ha coordinato i lavori. Tre le relazioni introduttive che hanno illustrato la bozza di Piano, approfondendo aspetti specifici: sull’impianto del documento è intervenuto Sergio Bozzi (dirigente Servizio Sistema Agroalimentare della Regione), sull’attività di ricerca e sperimentazione finalizzata al miglioramento qualitativo dei vini, introducendo vitigni autoctoni si è soffermato Enzo Polidori (dirigente ASSAM) e Mariano Landi (dirigente Valorizzazione delle produzioni) ha parlato di promozione, in Italia e all’estero e di attività di internazionalizzazione.Intervenuto anche Gianluigi Calzetta, presidente dell’ASSIVIP e Doriano Marchetti, in rappresentanza dell’Istituto marchigiano di tutela. Le Associazioni dei produttori dovranno compiere una scelta se indirizzare la propria attività verso la commercializzazione diretta delle produzioni, assumendo veste di impresa a tutti gli effetti, oppure continuare la loro azione promozionale e di sviluppo verso le produzioni e le imprese vitivinicole; il ruolo dei Consorzi di tutela va inquadrato nel contesto vitivinicolo nazionale, e si innesta sul dibattito aperto in ordine alla revisione della legge sulle denominazioni di origine attualmente corso.
ALCUNI ELEMENTI PRESI DALLA BOZZA DI PIANO VITIVINICOLO
La viticoltura riveste nelle Marche particolare importanza sul piano economico, ambientale, sociale e culturale. Nel tempo ha migliorato sensibilmente la propria immagine e si sta confermando fondamentale il suo ruolo nell’offerta dei prodotti agroalimentare di qualità. La filiera vitivinicola contribuisce alla formazione della produzione lorda vendibile per circa il 10% del totale e, malgrado l’attuale congiuntura difficile provocata anche da due anni consecutivi di andamenti climatici sfavorevoli, il comparto riveste notevole importanza nel sistema agroalimentare.Nel periodo intercensuario (1990 –2000) la superficie vitata è scesa da circa 26.000 ettari agli attuali circa 20.000 ettari. Anche il numero delle aziende viticole ha subito una drastica riduzione passando da 42.000 del 1990 a 27.553. Il 45% della superficie vitata regionale è concentrata nella provincia di Ascoli Piceno, il 30% in provincia di Ancona, il 13 e il 12% rispettivamente in provincia di Macerata e Pesaro-Urbino.Il 95% della superficie vitata regionale si colloca su territorio collinare litoraneo e interno particolarmente vocato; la restante parte è situata in zona pedemontana.Sul totale di 27.553 aziende per la produzione da uva da vino risulta che 25.752, pari a circa 8.800 ettari, conducono una superficie vitata non superiore a 2 ettari. La produzione di vino mediamente ammonta a circa 1,3–1,4 milioni di ettolitri, per il 60 % costituita da bianchi. La produzione a DOC si aggira attorno al 30% sul totale (per il 70% circa costituita da vini bianchi) circa il 32 % sul totale è la produzione di vini ad IGT. La parte del leone la fanno i vini DOC Verdicchio dei Castelli di Jesi e Rosso PicenoLe esportazioni marchigiane di vino in bottiglia hanno registrato dal 1990 al 2000 un trend di crescita, dopo tale data hanno tenuto, all’interno di una crisi generalizzata dei consumi. In particolare, si è avuto un calo verso Germania e Inghilterra, di circa il 10% per ciascun paese, ma c’è stata una crescita importante verso alcune aree, in particolare il Giappone.Nel Paese del Sol Levante si è passati da 2 milioni di euro nel 2000, ai 3 milioni del 2003, superando quindi l’export verso gli Stati Uniti, che è rimasto costante negli anni con una cifra che si aggira intorno ai 2-2,5 milioni. Così pure, sul fronte dell’Europa, è cresciuto l’export verso la Svezia, ma anche la Danimarca e i Paesi Bassi.Il settore regionale della trasformazione è molto frazionato con circa 7.000 aziende, di queste 22 sono le strutture cooperative per la vinificazione con oltre 10.000 soci ed una produzione di circa 1.000.000 di hl. Molto elevato è anche il numero degli imbottigliatori, grossisti, dettaglianti e viticoltori in possesso di registro di imbottigliamento (4.000 unità circa). Nelle Marche operano tre Associazioni dei Produttori (ASSIVIP, VINEA, ASSOPROVI) alle quali aderiscono in totale 5479 produttori, di cui 5133 soci di 11 cooperative e 346 soci singoli. Le associazioni hanno contribuito a far crescere il settore, migliorandone l’immagine.Tre i Consorzi di tutela dei vini DOC con compiti di tutela, cura degli interessi generali e valorizzazione delle produzioni: Consorzio di tutela vino doc “Colli Pesaresi”; Consorzio di tutela dei vini piceni che rappresenta gli interessi delle doc Rosso Piceno, Falerio e Offida; Istituto Marchigiano di Tutela che rappresenta sette doc: Verdicchio dei Castelli di Jesi, Verdicchio di Matelica, Rosso Conero, Lacrima di Morro D’Alba, Vernaccia di Serrapetrona, Colli Maceratesi, Esino.

Pubblicato Lunedì 12 luglio, 2004 
alle ore 9:03
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