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Un “mercato” al mare, ambulanti in rivolta

"Gli stand sulla battigia sono fuorilegge"

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La spiaggia come una casbah. Solamente così può essere descritto il litorale senigalliese in queste giornate di inizio estate dove sembrerebbe che il mercato, quello per intenderci nato tradizionalmente il giovedì mattina in centro storico, si sia trasferito sulla battigia. Così invece non è, addirittura sarebbero proprio i "bancarellari" a protestare per quello che sta accadendo sulla spiaggia. Oltre ai tanti, davvero tanti, venditori o vu-cumprà che girano tra lettini ed ombrelloni proponendo ogni tipo di chincaglieria.E’ così che sulla battigìa compaiono vere e proprie bancarelle che dell’itinerante hanno ben poco. In alcune zone, specie in quelle centrali, per raggiungere il mare si è costretti ad un vero e proprio slalom tra parei, pantaloncini da mare e tanti altri capi di abbigliamento.Il comune ha stilato un regolamento che consente al massimo a 80 venditori di circolare (il commercio fisso non è consentito) sulla spìaggia. Come se poi non bastasse al calare del sole il problema si trasferisce al dì là del muretto parasabbìa la passeggiata ancora più tortuosa di quello che è già considerate le esigue misure del marciapiede. Tornando alle ore diurne il numero di venditori è stato superato, e non di poche unita’ e che fa salire la preoccupazione tra i commercianti, sia in "sede fissa" che ambulanti. Il problema di questa vendita "selvaggia" investirebbe infatti tutte le categorie che fanno al commercio. Per venerdì è prevista una riunione con l’assessore alle Attività Produttive e Commercio Luigi Rebecchini per discutere anche di questa situazione.Gli ambulanti in particolare sollevano il problema di quella che potrebbe essere definita una forma di concorrenza sleale dato che i venditori sulla spiaggia oltre a sfruttare clienti potenziali approfittando del giorno di festa e senza avere alcuna forma di autorizzazione. Giusto 10 anni fa il comune aveva deciso di vietare del tutto la vendita sulla spiaggia individuando come luogo alternativo, tipico di tante altre località italiane, la zona del Ponte Rosso.Una soluzione che ha dato riscontri positivi per pochi anni. Nel giro di poco tempo gli ambulanti "nostrani", che hanno rilevato che gli introiti erano esigui e che anche in questo caso la concorrenza della merce proveniente dall’oriente era molto forte, hanno lasciato il posto ai venditori extracomunitari. Il problema del commercio sul lungomare è molto sentito tra chi opera nel settore che in più occasioni ha rilevato che aprire un negozio in una zona che, almeno per il periodo estivo, dovrebbe essere di pregio al pari del centro storico non costituirebbe un buon investimento.
di Marcello Pagliari

Pubblicato Martedì 6 luglio, 2004 
alle ore 10:52
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