Minaccia di gettarsi dalla ciminiera della Sacelit
La protesta di un marocchino per avere il permesso di soggiorno e poter vedere il figlioletto di due anni
Si è inerpicato sulla cimiera alta 52 metri della Sacelit minacciando di buttarsi di sotto. Per quasi un’ora e mezzo ha tenuto tutti col fiato sospeso. Poi finalmente si è convinto a scendere. Protagonista dello "show" è un marocchino, Adil El Hilali, 33 anni, un passato un po’ turbolento e un precedente specifico: l’anno scorso a luglio aveva fatto la stessa performance per chiedere la regolarizzazione della sua posizione. Obiettivo allora quasi centrato: le pratiche erano state avviate, ma i tempi sono lunghi e ancora non è arrivata la conclusione. Adesso però l’uomo ha una casa in affitto e anche un lavoro, alla Taverna da Camial. Ma ieri ha fatto il bis. Questa volta il motivo è duplice. Il primo è sollecitare il completamento della pratica ancora sospesa. Il secondo invece è legato al figlio che Hilali ha avuto da una donna italiana. Ieri il piccolo compiva due anni. Hilali si lamenta perchè non può vedere il figlioletto per ordine del tribunale dei minori. Motivo: agli assistenti sociali l’immigrato ha detto che vuole portare il bimbo in Marocco non solo per fargli conoscere i nonni, ma anche per farlo circoncidere. Di qui lo stop. Comunque, per dare forza alle sue rivendicazoni, non ha trovato di meglio che minacciare di uccidersi. Ieri verso le 19.15 infatti i clienti dell’hotel La Vela lo hanno visto mentre scalava la cimiera e hanno lanciato l’allarme. Quando carabinieri, polizia, vigili urbani, vigili del fuoco e 118 sono arrivati sul posto, però, l’uomo era in cima, nonostante dopo il primo show siano stati tolti alcuni gradini per rendere la salita più difficile. Sono allora cominciate le febbrili trattative che, data l’altezza della ciminiera, si sono svolte via cellulare. Intanto la zona veniva transennata. Prima i carabinieri, poi l’avvocato dell’immigrato, Daniele Regni, hanno provato a convincerlo. Alla fine ce l’hanno fatta e verso le 20.40 Hilali ha cominciato la discesa dopo aver ottenuto la promessa di parlare con i giornalisti. Una volta a terra ha spiegato i motivi del suo gesto: "Non ho sicurezze sul mio futuro, ho una casa in affitto e voglio restare qui a Senigallia ma non so cosa farò, nessuno mi aiuta, solo il mio avvocato e il maresciallo dei carabinieri Antonino Carrozza hanno rispetto per me". Sarà per questo che per il compleanno a suo figlio ha regalato una moto elettrica dei carabinieri?
di Michela Gambelli
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