Il Locale a fuoco: sopralluoghi nel rogo
Si cercano altre tracce
"Voglio riaprire prima possibile". A parlare è David Petrolati, titolare del "Locale" andato a fuoco la settimana scorsa sul lungomare. L’esigenza dell’imprenditore di riaprire quanto prima il ritrovo andato in fiamme la notte tra giovedì e venerdì, deve tener conto però dei tempi delle indagini. La magistratura che ha disposto il sequestro penale della struttura ed i carabinieri impegnati a cercare i piromani e le motivazioni che li hanno spinti ad appiccare il fuoco, vogliono fare piena luce sull’accaduto. In particolare il nodo da sciogliere riguarda proprio i motivi che hanno spinto qualcuno a mandare in fumo il "Locale" riaperto da solo poche ore per l’inaugurazione estiva."C’è chi è invidioso evidentemente del nostro successo" continua a ripetere David Petrolati. "Altre spiegazioni non riesco proprio a vederne. Non sono mai stato intimorito, né avvicinato da personaggi che mi abbiano fatto discorsi strani".E se Petrolati esclude qualsiasi collegamento con il racket delle estorsioni o della malavita in genere, le indagini tendono a verificare se in precedenza si siano verificati episodi analoghi o intimidazioni ai danni di altri operatori turistici o titolari di bar o esercizi pubblici del lungomare.E’ chiaro che l’iter delle indagini richiederà del tempo, probabilmente più di quello che Petrolati aveva stimato per la chiusura della sua "creazione". "Questo non ci voleva proprio" si lamenta ancora Petrolati. "Proprio adesso che dopo tanto lavoro il "Locale" è riuscito ad imporsi negli ultimi tempi come uno dei punti di riferimento regionale, fino al punto di creare tendenza tra i ragazzi. Ad ogni appuntamento serale si è sempre registrato un grande successo, con tanta partecipazione e ressa. Una coincidenza davvero strana, per non dire sospetta. Speriamo che si faccia presto chiarezza, soprattutto nell’interesse del personale che ha necessità di tornare a lavorare e anche dell’attività, considerando i mancati incassi di queste serate che nessuno ci risarcirà".
di Sandro Galli
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