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Dopo l’incendio affiorano le intimidazioni

Minacce ai presidenti dei bagnini, nel mirino anche Morganti

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L’incendio che ha distrutto il Locale ha spezzato un muro di silenzio fatto di intimidazioni e di minacce neanche tanto velate. L’altra faccia di una medaglia che deve fare i conti con situazioni ai limiti e che spesso sfuggono al controllo. Anche Enzo Monachesi, il presidente dell’allora Assib Cna, è stato vittima qualche tempo fa di un gesto intimidatorio simile a quello accaduto al suo collega Valter Morganti della Fiba – Confesercenti. Un episodio sicuramente non recente come quelli accaduti al Locale e al bagni Tommy, ma che dà l’idea di quello che può accadere a chi opera sul lungomare e che fa del periodo estivo l’unica fonte di guadagno. Emblematico, comunque, il fatto che a essere presi di mira siano stati i due presidenti delle associazioni dei bagnini.Altrettanto inquietante il fatto che la scorsa settimana i piromani abbiamo colpito il discobar-simbolo del lungomare di Senigallia proprio nel giorno della sua inaugurazione.Enzo Monachesi se l’è cavata con un capanno semidistrutto da un incendio domato mentre per Morganti si è trattato solo di un avvertimento. Le denunce sono scattate e anche le indagini, ma in entrambi i casi i responsabili sono ancora a piede libero. Per gli inquirenti non è facile infatti individuare chi prende di mira gli operatori turistici e, per i rappresentanti dei bagnini diventa un ruolo scomodo.Le ipotesi fatte sono state tante. Prima di tutto si è pensato a un gesto intimidatorio orchestato ad arte da chi non condivide le battaglie intraprese per tutelare e garantire i diritti dei numerosi stabilimenti balneari della spiaggia di velluto.I presidenti dei bagnini hanno pensato che quegli atti avessero lo scopo di fermare l’attività delle associazioni.Enzo Monachesi con il Gibas, la versione allargata e riveduta del l’Assib, ricorda l’episodio accaduto ha voltato pagina ed è tornato sull’annosa questione dell’arenile abbandonato nelle ore notturne e lasciato alla mercé dei malintenzionati, avanzando una proposta all’Amministrazione."La nostra intenzione era quella di organizzare un servizio di pattugliamento in piena regola- spiega -. Si tratta di un servizio già esistente nelle località balneari della riviera del Conero, che prevede agenti, di polizia privata e armata, autorizzati dalla Prefettura per vigilare costantemente l’arenile". La situazione quindi non è più tollerabile per gli operatori turisti che hanno le loro attività nella "zona calda" del lungomare Alighieri, compresa tra la Rotonda é il Ponte Rosso. Ogni anno è la stessa storia, vengono richiesti più controlli e soprattutto un coinvolgimento diretto dell’Amministrazione ma poi l’estate passa in fretta e la questione ritorna nel dimenticatoio."Non possiamo chiedere di più alle forze dell’ordine – aggiunge -, per questo vogliamo organizzarci privatamente ma per farlo abbiamo bisogno di un contributo. Infatti non stiamo parlando di assumere dei buttafuori ma degli agenti armati che hanno dei costi molto superiori e abbiamo bisogno che il Comune ci sostenga". Intanto il tempo passa e da Palazzo non è ancora arrivata nessuna comunicazione e chissà, dopo gli ultimi avvenimenti, la situazione potrebbe sbloccarsi.Se il servizio di pattugliamento fosse stato accolto a suo tempo magari oggi non cisarebbe nessun locale distrutto, perché nessun piromane avrebbe rischiato tanto aggirandosi nella spiaggia sorvegliata speciale. Ma se l’episodio, come sembra, è un caso a sé è pur vero che i bagnini devono fare i conti con danni meno gravi ma non più ammissibili perché puntualmente ripetuti."L’arenile e’ pubblico quindi sarebbe appropriato un aiuto da parte del Comune – conclude Monachesi -, ma se non arriverà andremo avanti da soli, anche se con le nostre risorse non potremo contare su un servizio veramente efficiente". Lo scenario è invece più tranquillo a ponente."Rientra tutto nella normalità – spiega Morganti -, gli atti vandalici ci sono sempre stati e, visto che gli associati non hanno sollevato il problema, l’ipotesi di una vigilanza privata non è stata presa in considerazione. Poi quello che è successo a me è un cosa a parte e i bagnini possono stare tranquilli".
di Sabrina Marinelli
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Pubblicato Lunedì 7 giugno, 2004 
alle ore 10:48
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