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Truffa da due milioni di euro

Vanno delineandosi i contorni della vicenda che ha come protagonista un falegname

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Si va delineando lo scenario della maxi truffa ai danni di una sessantina di aziende di mezza Italia fornitrici di macchinari e legname e che vede indagato un imprenditore senigalliese.Il titolare di una falegnameria con sede a Barbara è denunciato con l’accusa di aver acquistato e non pagato merce per un valore complessivo di oltre 2 milioni di euro. Per l’esattezza una trentina di macchinari per la lavorazione del legno, per un importo di circa un milione e mezzo di euro e legname per un valore di 800.000 euro. Le indagini della polizia, coordinate dal sostituto procuratore della repubblica, Lioniello proseguono per accertare la responsabilità di altre persone nel maxi raggiro a livello industriale. Dopo le prime querele presentate alla Questura di Piacenza da parte di alcuni imprenditori del nord Italia, gli accertamenti sono subito scattati nel senigalliese. Gli agenti a tempo di record hanno rinvenuto i macchinari in alcuni capannoni situati a Bettolelle, mentre il legname è stato trovato in altri capannoni situati in prossimità dell’ex fornace di Serra De Conti. Secondo una stima, ci sono voluti ben cinquanta autoarticolati per trasportare tutta la merce rinvenuta. La polizia ha anche ricostruito i dettagli della maxi truffa, che sarebbe partita nel settembre 2003. In un primo tempo l’imprenditore senigalliese si sarebbe limitato ad acquisti dai 2 ai 4 mila euro. Quindi via via gli ordinativi sarebbero aumentati, fino a coinvolgere oltre sessanta aziende non solo italiane, ma anche austriache. Una volta che macchinari e legname venivano scaricati nella sua falegnameria, l’imprenditore avrebbe provveduto a trasferire e nascondere tutto in altri capannoni. Tutto ai fornitori era sembrato in regola e non c’era stato nulla da eccepire. Lo scorso febbraio però dopo i primi insoluti, la vicenda è venuta alla luce ed alle ditte fornitrici non è rimasto altro da fare che richiedere la restituzione dell’attrezzatura. Visto però che la richiesta si è risolta in un niente di fatto, gli imprenditori si sono presentati in vari uffici di polizia per presentare una querela nei confronti del titolare dell’impresa senigalliese. Non è escluso che i macchinari ed il legname – dissequestrati e restituiti alle aziende vittima della truffa – potessero essere destinati a mercati clandestini dell’est Europa.
di Sandro Galli

Pubblicato Martedì 1 giugno, 2004 
alle ore 10:21
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