Etnica hip hop in nome della tolleranza
Il progetto presentato al Panzini culminera' in uno spettacolo alla festa europea della musica
Lo spettacolo di "Etnica hip-hop", per una cultura della fraternità, della tolleranza e della comprensione reciproca nell’ottica degli scambi giovanili, il cui progetto è stato finanziato dalla Comunità Europea, e’ quasi pronto. Ieri mattina i ragazzi che partecipano all’idea dal volto europeo, che vede gemellate Senigallia, Dison e Grenoble, hanno presentato agli studenti dell’istituto alberghiero Panzini il percorso lavorativo compiuto per giungere allo spettacolo vero e proprio.Il culmine del progetto sarà il 19 giugno, in occasione dell’apertura della Festa della musica, all’interno della quale già nell’anno passato avevano spopolato le improvvisazioni di break dance e hip hop. Stesso appuntamento il 20 giugno, ma stavolta a Dison. Alla vigilia del 19 le prove generali, che si terranno al Centro di aggregazione giovanile e che avranno lo scopo di "far percepire il senso del processo di costruzione del progetto- spiega Andrea Garbin, referente dell’assessorato alle Politiche giovanili – che ha coinvolto molte persone all’interno di vari ambiti artistici: danza, musica, fotografia, audiovisivi". Alle prove, aperte al pubblico, verrà presentato lo spettacolo anche per mostrare cosa c’è dietro l’elaborazione di un lavoro così complesso.Il materiale è molto e nella mattinata di ieri si è discusso proprio dello spettacolo e delle sue sfaccettature, ma soprattutto della finalità principe dell’evento: parlare di cittadinanza europea attraverso l’hip hop. "L’hip hop ha un significato fondamentale come lotta contro la discriminazione", sottolinea Garbin, perché nasce negli anni 70 nei ghetti neri di New York ed esprime il disagio e il tentativo di riscatto dei neri attraverso musica rap, danza e arte del graffito.Interventi dell’assessore Ceresoni, del consulente di Dison Esoh Elame e di due ballerini dei King Playaz, Emanuele Bramucci e Paolo Montesi. Contaminazione, cultura europea e scambio culturale sono stati i temi più ricorrenti della presentazione di un lavoro che è stato un vero laboratorio di riflessione sulla vicinanza dell’Europa e sulla necessità di non stare fermi ma di essere dinamici rispetto al grande movimento culturale dell’immigrazione.
di ch.m.
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