Amianto, controlli su 300 ex operai
Saranno sottoposti ad accurate visite mediche
In trecento saranno sottoposti a visita medica per il rischio amianto. Ha preso il via il 13 maggio scorso l’iter di sorveglianza sanitaria ai lavoratori ex esposti ad amianto della Sacelit. Ad annunciarlo Cgil Cisl e Uil dopo un incontro con il dottor Aldo Pettinari, responsabile del servizio di prevenzione della azienda sanitaria senigalliese. I soggetti a rischio di malattie derivanti dall’esposizione dell’amianto sarebbero quasi 300 e sarebbero già stati individuati e segnalati ai medici di famiglia.Questi ultimi avranno il compito di accertare le condizioni di salute dei pazienti e decidere in un secondo momento se indirizzarli al percorso diagnostico individuato dai sanitari. La prosecuzione dell’iter medico-legale, a carico della struttura sanitaria, prevede un passaggio per il servizio di prevenzione e naturalmente una ulteriore visita che richiederebbe in un secondo momento una radiografia al torace.E proprio su questo punto i sindacati sottolineano che "diventa difficile programmare il percorso con radiologia". Le liste di attesa per quel reparto avrebbero raggiunto tempi inaccettabili (addirittura 6 mesi). Le organizzazioni sindacali hanno raccolto le proteste di molti senigalliesi. "Al sindacato risulta che in quel reparto vi sia una elevatissima mobilità in uscita del personale, sia medico che tecnico, che va ad inficiare una corretta organizzazione del lavoro e limita un percorso di valorizzazione del professionale indispensabile alla crescita degli operatori". Insomma per chi ha lavorato alla Sacelit non c’è pace, oltre al dubbio di essere affetto da malattie derivanti dall’esposizione dell’amianto devono anche "subire" i problemi di un importante reparto dell’ospedale cittadino. Ma torniamo all’iter per queste 300 persone.Se l’esame radiologico ai polmoni dovesse dare esito positivo il paziente verrà sottoposto ad una visita da un pneumologo per poi andare avanti sino ad un percorso terapeutico personalizzato. I sindacati stanno anche lavorando per far inserire in questo programma anche gli impiegati, circa 10, rimasti per ora fuori dalle liste inviate ai medici di famiglia. Oltre a tutelare la salute di questi lavoratori il riconoscimento di malattie derivanti dall’esposizione all’amianto consente l’avvio di un secondo iter, questa volta a discrezione del lavoratore, per il riconoscimento da parte dell’Inps dei benefici previdenziali per coloro che hanno trattato il pericoloso materiale rimanendo esposti a lungo.
di Marcello Pagliari
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