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Scivoli “mobili” contro le barriere

La proposta del Gruppo societa' ambiente: pedane poco costose

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Come ha dichiarato l’Amministrazione comunale, “Senigallia, al pari di altre migliaia di centri urbani, è una città nata e cresciuta in epoche storiche lontane e sconta le difficoltà di condizìoni urbane e architettoniche, che un tempo non tenevano in considerazione le esigenze dei disabili” e “nella cultura dominante l’era post moderna considera l’individuo per la sue efficienza, relegando il disabile, il diverso in senso lato ai margini della società”.Oggi però i gesti da compiere sono forse più semplici di quanto si possa pensare.Non rivoluzioni di enorme respiro, non sconvolgimenti della preziosa architettura della città. Uno scivolo davanti a un bar o un bancomat meno irraggiungibile renderebbero più facile la vita di persone che, volenti o nolenti, si sentono “diverse” dagli altri. Diverse in quanto davanti ad un marciapiede rotto non possono piu’ muoversi, diverse perche’ quel gradino che si frappone tra loro e la strada li obbliga a fare marcia indietro con l’amaro in bocca.Barriere architettoniche, quindi, ma anche mentali. Perché non costa molto ascoltare le esigenze e le richieste d’aiuto di chi è in difficoltà. Il “Gruppo società e ambiente” di Senigallia manifesta sostegno verso la battaglia di civiltà condotta a favore dell’abbattimento degli ostacoli: “Ci sentiamo vicini alle persone che cercano con ogni mezzo di sensibilizzare l’opinione pubblica perché sia solidale. Ci sconvolge dover constatare che queste richieste, reiterate nel tempo, non trovano quella immediata e sollecita risposta che sarebbe scontata in una società civile.Una comunità sana è quella che si prende cura dei soggetti più deboli.Tra tanti progetti faraonici ci piacerebbe vedere la semplice collocazione di scivoli mobili. Pedane non invasive né eccessivamente costose che, tra pavimentazioni di porfido e panchine di ghisa, aiuterebbero alcune persone disagiate a condurre una vita un po’ più normale”. Camminando con Franco Civelli per le strade della città ci siamo resi conto che a volte basterebbe poco a cambiare tantissimo. Così poco da sembrare ridicolo e incomprensibile il silenzio che osteggia i disabili.
di Chiara Michelon

Pubblicato Lunedì 17 maggio, 2004 
alle ore 10:13
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