In missione tra le prostitute
Dalla diocesi al marciapiede, volantini alle "lucciole"
“Il triste fenomeno della prostituzione e della tratta degli esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale è purtroppo presente in maniera rilevante anche nel territorio della nostra chiesa diocesana di Senigallia”. Il vescovo di Senigallia, monsignor Giuseppe Orlandoni, lancia l’allarme e testimonia l’impegno di tutta la città nel combattere la prostituzione sulle strade. Così la Chiesa, in accordo con il Comune, forze dell’ordine e associazioni, mette al bando ogni forma di sfruttamento e scende di notte sulle strade a distribuire depliant informativi alle prostitute. “Non è più tollerabile che i cosiddetti clienti, per soddisfare i loro bisogni e le loro passioni, rinuncino alla loro personale dignità e umanità e calpestino la dignità femminile di persone che vengono costrette ad una condizione di vera e propria schiavitù”.Questo il messaggio del vescovo, mercoledì sera durante l’incontro di sensibilizzazione sul problema della prostituzione. Una lotta cominciata nel luglio del 2000, quando tutta la città, raccolta in Cattedrale si strinse attorno alla salma di Eveline Okodua, una ragazza nigeriana costretta a prostituirsi sulle strade senigalliesi. Una storia triste la sua che svegliò parecchie coscienze: la ragazza fu uccisa e gettata da un ponte a Passo Ripe; nessuno reclamò il suo cadavere così, dopo cinque mesi, fu la città a preoccuparsi di lei e a darle una degna sepoltura.Le nostre strade sono ormai diventate teatro di scene orribili, dove decine di ragazze sono costrette a vendere la propria dignità. Lo scorso anno nel territorio della Diocesi di Senigallia, si contavano dalle 30 alle 70 prostitute ogni notte, quest’anno il numero è sceso, se ne contano dalle 15 alle 30, ma non perché il fenomeno sia in calo, piuttosto perché coloro che fanno sesso a pagamento si sono trasferite nelle abitazioni. “E’ un problema gravissimo, le ragazze vengono portate negli appartamenti e li vengono fatte prostituire. Questa situazione complica ulteriormente il nostro lavoro e quello delle forze dell’ordine”. Ha detto don Aldo Piergiovanni, direttore della Caritas Diocesana.A Senigallia si è formata una vera e propria rete per combattere il fenomeno, Chiesa, Comune, forze dell’ordine e associazioni, stanno cercando di fare il possibile per togliere queste ragazze dalla strada. Molte delle vittime degli sfruttatori sono delle ragazzine, talvolta anche minorenni: il 90% delle prostitute sono straniere e vengono fatte prostituire in zone diverse a seconda della provenienza. Nella zona del fiume Cesano, lungo la strada della Bruciata ci sono le nigeriane, mentre lungo la statale le ragazze provenienti dall’est, perlopiù rumene, bulgare e ucraine.Monsignor Orlandoni ha lanciato un appello, che tutti quanti si adoperino per far cessare questo scempio. “Come cristiani e come cittadini – ha concluso- Non possiamo non gridare a tutti che bisogna porre fine a questo aberrante fenomeno della prostituzione. Bisogna risvegliare la coscienza e recuperare il senso della dignità della persona, di ogni persona umana”.
di M.Gamb
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