Overdose, muore “bighelino”
Qualche minuto prima un altro allarme: forse una "partita" di droga tagliata male
Un ultimo buco e Stefano il "bighelino" se n’è andato. E’ morto ieri sera poco dopo le 21 all’improvviso. Si è accasciato a terra, privo di sensi e per lui non c’è stato piu’ nulla da fare. L’ha stroncato un’overdose, lui che ne aveva sfiorate tante e se l’era sempre cavata. Ma stavolta no. Stefano Alfonsi, è morto nella casa dei suoi familiari in via Puccini, una chiamata al 118 per cercare di rianimarlo, ma per lu ogni tentativo è stato inutile.Il "bighelino" era un ragazzo molto conosciuto a Senigallia, un ragazzo bruciato dalla droga. Trentenne si era infilato nel tunnel della tossicodipendenza da tanti anni e non era mai riuscito ad uscirne: conosciuto anche per la sua particolare "esuberanza". Per le strade della città girava sempre con uno scooter nero e sotto il casco portava un cappellino da baseball. Era un "ospite" fisso della fiera di Sant’Agostino: gli appassionati delle bancarelle lo vedevano esibirsi per le strade principali del centro e lo avevano soprannominato "mangiafuoco".Tra i tanti ricordi della sua originale e spericolata vita, vissuta sempre sul filo del rasoio, sempre con l’overdose in agguato, quello della sera della registrazione di Veline nel 2002: sotto il palco cominciò a interagire con Mammuccari e si beccò da lui un altro soprannome, Che Guevara. A dare l’allarme ieri sera, i familiari. Una chiamata al 118, l’arrivo dell’ambulanza. Stefano Alfonsi era già morto.Un altro allarme per una sospetta overdose era scattato qualche minuto prima, sempre a Senigallia. L’ambulanza è volata in via Brandani per soccorrere un ragazzo che si era sentito male dopo l’ennesimo buco. Il sospetto adesso è che sia arrivata nel giro dei tossicodipendenti una "partita" di droga tagliata male.
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