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No global, l’occupazione diventa “no stop”

Il leader dei disobbidienti:"Disposti a traslocare in un'altra sede, per ora rimaniamo qui"

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L’attività dei no global senigalliesi prosegue dopo l’esperienza nata nei giorni del Raduno Nazionale dei Carabinieri. Con l’occupazione dei locali del cantiere ex Sep al porto i giovani del laboratorio "Il pane e le rose" hanno trovato un punto fisso di ritrovo per coordinare e progettare le loro iniziative ma sul futuro incombe l’ombra della precarietà. All’annuncio dei "disobbedienti" di voler utilizzare l’edificio cittadino come sede di un centro sociale, in molti (tra le forze dell’ordine e gli amministratori) si sono chiesti a che titolo i no global avessero potuto occupare lo stabile e quali fossero le intenzioni del Comune.In realtà, il cantiere ex Sep è un bene demaniale affidato alla Regione Marche e come tale esula quindi dalle competenze del Comune di Senigallia. Chiarezza normativa che non trova riscontro però nella burocrazia regionale dal momento che sono emerse difficoltà nello stabilire quale ufficio dell’Ente debba occuparsi della vicenda. "Noi stessi siamo i primi a voler far chiarezza sulla possibilità di poter continuare la nostra attività nei locali del Porto ma quanto pare la cosa non è facile – spiega Nicola Mancini, leader del laboratorio "Il pane e le rose" -. Abbiamo contattato diversi assessorati e uffici regionali per sapere a chi spetta la competenza dello stabile ma nessuno è stato ancora in grado di rispondere alle nostre domande. E’ importante per noi sapere fino a quanto possiamo restare all’ ex Sep, anche perché nel frattempo abbiamo iniziato alcuni lavori per rendere più agevole lo svolgimento della nostra attività".I no global hanno eseguito alcuni interventi di pulizia ma la struttura resta ancora alquanto angusta. "Non abbiamo né acqua né luce, né tanto meno gas e per ora stiamo sopravvivendo aiutandoci con generatori – aggiunge Mancini -. Noi siamo senigalliesi e come tali chiediamo il sostegno dell’Amministrazione affinché ci aiuti a trovare una sede stabile. Non abbiamo alcun problema a trasferirci, fermo restando che non ci costituiremo in forma associativa o in un centro di aggregazione giovanile".Intanto l’attività dei "disobbedienti" prosegue con nuove iniziative. "Stiamo organizzando degli incontri e delle assemblee pubbliche – prosegue-. Anche il 25 Aprile il nostro centro è stato visitato da numerose persone, segno di una partecipazione crescente da parte di una città che inizia ad essere interessata alla nostra esperienza".
di G.Manc.

Pubblicato Mercoledì 28 aprile, 2004 
alle ore 10:52
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