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L’omicida rivela la sua paranoia:”Erano in pericolo”

Strage di Arcevia: parla Sgreccia

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I giudici arrivano in coppia e si trattengono con il pluriomicida oltre un’ora. Il sostituto procuratore Marco Pucilli ed il gip Silvia Moscaroli hanno scelto di procedere insieme a quello che si preannunciava, come poi è stato, un interrogatorio angosciante.Arduino Sgreccia, nella cameretta del reparto di psichiatria dell’ospedale cittadino dove è ricoverato, ha ripercorso nei minimi dettagli quanto accaduto all’alba del 13 marzo nella sua casa a San Pietro in Musia di Arcevia, quando ha sterminato tutta la sua famiglia.L’ha fatto – ha spiegato ai giudici- per sottrarre moglie e figli da un “pericolo” per lui imminente ma in realtà del tutto immaginario.Così quella mattina Arduino, imprenditore edile 46enne, ha ucciso a fucilate Cecilia Torcellini, 37 anni, e i due figli Erika, 13 anni, e Andrea, 7 anni. Poi ha rivolto l’arma contro se stesso.”Ho fatto di tutto per farla finita anch’io ma non ci sono riuscito” ha spiegato ai giudici. Usare contro di sè il fucile non era facile, data la sua lunghezza. “Mi sono ferito con un primo colpo, poi ho anche tentato di gettarmi dal balcone, poi di nuovo un altro colpo” ha in sostanza raccontato l’uomo, ora agli arresti domiciliare in ospedale. La furia omicida insomma prevedeva, secondo il racconto dell’arrestato, uno sterminio totale, compreso se stesso. Il tentativo di uccidersi non sarebbe stato dunque una reazione agli effetti del suo raptus, al fatto di essersi reso conto di aver ucciso i familiari, bensì il terzo e ultimo atto di un’azione delirante per sottrarre sè e i suoi parenti da fantomatiche angosce e paure. Un bagno di sangue che ha distrutto una famiglia apparentemente serena. Sia pure a fatica, prostrato nel fisico e dal punto di vista psicologico, Arduino ha faticosamente raccontato la sua verita’. E ha dimostrato di ricordare tutta l’esatta sequenza degli avvenimenti di quella tragica notte, sequenza che coincide con l’esito degli esami della scientifica e con le perizie balistiche effettuate.Ma mancavano ancora alcuni tasselli, che solo lui avrebbe potuto fornire.La decisione di dare corso alla strage – ha spiegato ieri – è maturata poco tempo prima di passare all’azione probabilmente nell’ultima parte della notte. E i motivi, secondo il suo legale, l’avvocato Marcello Marcellini, sono “strettamente collegati a turbe psichiche, a paranoie e deliri”. In passato Sgreccia aveva sofferto di disturbi psichici e un paio di anni fa era stato sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio. Il sintomo principale della crisi, che sembrava superata, era stata una sorta di mania di persecuzione, che lo aveva portato a vedere nemici e minacce invisibili.L’avvocato ora chiederà una perizia psichiatrica “perche’ – dice – chi è malato deve essere curato”.

Pubblicato Martedì 20 aprile, 2004 
alle ore 10:55
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