Per oltre tre ore la città si è fermata a guardare i 60 mila "ex" sfilare. La pioggia, a tratti battente, non ha scoraggiato il pubblico che senza soluzione di continuità ha applaudito il corteo che ha invaso la città. In pochi hanno voluto perdere il momento clou del quindicesimo raduno nazionale dell’Arma dei carabinieri in congedo. Senigallia ha accolto con grande calore gli appartenenti alla quarta forza Armata, solo per ordine cronologico, del nostro paese. Alcune abitazioni, specialmente nelle vie utilizzate per formare il corteo, hanno esposto il tricolore in onore dei radunisti. I timori dei giorni precedenti che volevano una città paralizzata sono stati quasi del tutto fugati. Sin alle prime ore del mattino, infatti, sono arrivati a Senigallia centinaia di mezzi (i pullman erano ben oltre i 500) per accompagnare i partecipanti ai punti di ammassamento prefissati.Solo questa ipotesi aveva fatto preoccupare i senigalliesi e i cittadini dei paesi limitrofi per una paralisi del sistema viario. A parte i problemi conseguenti ad un simile flusso tutto si e svolto senza grandi crisi. Al termine della manifestazione, poco dopo le 14, l’intenso traffico ha iniziato a scorrere regolarmente.Inoltre chi ne ha avuto la possibilità, nonostante il maltempo, è salito in sella alla proprio bicicletta e ne ha approfittato per circolare in quelle vie cittadine non utilizzate dal corteo. Ed erano in parecchi coloro che hanno apprezzato la città off limits per le auto affermando: "Tanto piacevole Senigallia non è mai stata, magari fosse sempre così". Quando è stato il momento di sedersi a tavola nei ristoranti presi d’assalto dai radunisti il sole ha deciso di farsi vedere e prendere il posto delle nuvole. Ciò ha permesso agli ex carabinieri di concedersi due passi, la sfilata non li ha affatto stancati, sul lungomare prima di riprendere la strada di casa nel pomeriggio intasando, ma non poteva essere altrimenti, il casello autostradale. …Ma il raduno dell’Arma, come annunciato nei giorni scorsi, ha avuto anche i suoi momenti di contestazione. Un passo indietro. Venerdi pomeriggio i disobbedienti delle Marce hanno fatto "irruzione" (dopo una serie di colloqui con i vertici comunali di Senigallia e altri Enti) nello stabilimento che fino a poco tempo fa ospitava il Servizio Escavazione Porti. Quel luogo, come specificato dai componenti dei centri sociali, è stato ribattezzato come "lo spazio di democrazia necessario per dire no alla guerra che in occasione del raduno veniva inevitabilmente celebrata".Nel corso del fine settimana i pacifisti: oltre ad appendere striscioni più che eloquenti, hanno organizzato un’assemblea pubblica con tutte le associazioni, anche partitiche, per discutere di ciò che sta accadendo in Irak. Come promesso (o forse accordato ma questo non lo sapremo mai) i no global non sono usciti dalle mura del Sep e si sono fatti vedere. Non appena è iniziata la sfilata i disobbedienti marchigiani sono saliti sul tettodella struttura in disuso in perfetta linea d’aria con la tribuna autorità e per attirare l’attenzione hanno acceso dei fumogeni. Pochi instanti dopo è stato issato l’ennesimo striscione con la richiesta "via le truppe dall’Irak". Dai rappresentanti del governo non c’e stato alcun commento diretto alla contestazione dei no global ma il ministro per i Rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi ha voluto sottolineare che "I carabinieri, ovunque siano in missione nel mondo, lavorano per la pace".