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Niente spazio per curarsi

Difficolta' per i malati di tumore che si servono del day hospital

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Il dramma di un malato di tumore è già difficile da sopportare. Una lotta che richiede una forza e una tenacia fuori dal comune, da parte del paziente e da parte dei familiari che lo assistono. Se però a mettere i bastoni tra le ruote a chi soffre quotidianamente e cerca di vincere la propria guerra personale contro una delle più terribili malattie ci si mette anche la sanità è davvero troppo.I malati affetti da patologie tumorali a Senigallia si curano in day hospital. Un ricovero breve, della durata di un’ora per arrivare fino a sei ore, a seconda del tipo di tumore e della gravità della malattia, ma che crea disagio. Perché i pazienti in terapia – chemioterapia – non hanno spazi privati dove venir curati.Stanno tutti insieme spartiti in due stanze, chi seduto, chi in piedi, chi sdraiato.Hanno a disposizione 7 letti e 5 poltrone per circa 25 terapie al giorno. Ognuno può scegliere come sistemarsi per assimilare le flebo curative, ma nessuno può decidere chi trovarsi accanto. Più di qualche paziente si lamenta della mancanza di privacy. Non è piacevole incontrarsi in ospedale, tanto meno mettersi a guardare la televisione nella stanza adibita alla chemioterapia, fianco a fianco con uno sconosciuto.C’è chi sta male, chi vomita, chi si lamenta, chi tace. Si conoscono gli effetti che la chemioterapia provoca nei pazienti, effetti fisici, cambiamenti del proprio corpo che spesso tolgono la voglia di incontrare conoscenti. Per vergogna, per pudore, per non aggiungere disagi a chi già vive nel disagio e nella paura quotidiani. Invece in quelle stanze si sta tutti vicini e per gentilezza magari si parla quando non si avrebbe voglia di raccontare niente o si ascolta, sempre per educazione, quando non si avrebbe voglia di pensare a nulla.Il dottor Mario Molinari, dirigente dell’Asl 4, è a conoscenza della situazione problematica e fastidiosa del reparto di oncologia e ci racconta: "Sono molto dispiaciuto della situazione che ogni giorno i malati tumorali devono sopportare. L’ipotesi di risoluzione preesistente non va bene, quindi ora dobbiamo riaffrontare il problema con l’ufficio tecnico, per rivedere tutto. Non so se la soluzione ci sarà nell’immediato, pur sapendo che le richieste del servizio ad oncologia sono moltissime. È mia intenzione migliorare questo stato, ma non posso assicurare una soluzione in tempi brevi. Di certo posso dire che, ora che abbiamo ottenuto la concessione edilizia per il monoblocco, con i prossimi lavori di sistemazione dell’ospedale un posto più consono per i malati di cancro lo troveremo". Un impegno che certamente è apprezzabile, ma per la cui realizzazione sarà necessaria porre la massima attenzione, seguendo e sostenendo costantemente chi ha la responsabilità di offrire ai malati le migliori condizioni possibili per affrontare la loro battaglia.
di Chiara Michelon

Pubblicato Giovedì 15 aprile, 2004 
alle ore 11:19
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