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Aspettando il Maggio..

14esima ed. a Polverigi il 30 aprile


Polverigi, dopo la Rassegna internazionale della “Passione”, si appresta a rivivere, venerdì 30 aprile, dalle 20 di sera e per tutta la notte, una serata di corale rievocazione ed autentica partecipazione popolare, con la dodicesima edizione di:”Aspettando il Maggio…” (Manifestazione, rito e festa popolare nella notte di fine aprile, fra serenate, fiori, “maggi”,”sambuchi” e profumi di antiche osterie.Cosa succederà dunque a Polverigi, in una di queste ultime notti di attesa dell’entrata del mese di maggio, del mese delle fertilità della terra? Si ripropone l’antica tradizione polverigiana di “infiorare” le porte delle giovani e belle ragazze da marito, con fiori e con “maggi” (ramo fiorito dedicato all’amata come omaggio alla gioia e all’amore, detto anche “majo”). Sin dall’antichità, infatti, nel “maggio” o “majo” si vedeva l’essenza ed il simbolo del potere germinativo e produttivo, essendo in tutto e per tutto l’equivalente vegetale del “phallus”. Però se alle belle ragazze venivano offerti i “maggi”, a quelle brutte, sgraziate e dispettose, i giovani polverigiani, mettevano nelle porte di casa delle malcapitate (durante la notte ed in gran segreto), mazzi di “sambuco” (pianta arborea, comune nei boschi, nelle siepi e sui ruderi, con foglioline acuminate e fiori bianchi). Inoltre, nel mese di maggio, c’era l’usanza delle serenate sotto le finestre delle ragazze, e sempre di nascosto, i giovani spargevano petali di fiori sulla strada che portava alla casa della ragazza desiderata.Il Centro Tradizioni Popolari, in collaborazione con il Comune di Polverigi e La Macina, ha preparato, grazie al supporto entusiasta, generoso e fondamentale di tutto il paese, questa nuova edizione di “Aspettando il Maggio…” , nell’ambito del recupero e della rivitalizzazione delle tradizioni più vere e più significative.Tra l’altro, proprio per questa festa popolare, è stata recuperata l’antica arte della costruzione dei fiori di carta. Nella civiltà contadina, in vari e particolari periodi dell’anno, le donne erano impegnate in questa “arte-povera”. Infatti, i fiori di carta venivano usati in molte feste ed occasioni di incontro (matrimoni, cresime, comunioni, battesimi, funerali) ed inoltre, per addobbare il classico “biroccio” o più semplicemente in sostituzione dei più costosi fiori veri, di fronte alle immagini votive, presenti in tutte le abitazioni di ogni famiglia contadina.Arte del creare fiori, che come tutte le tradizioni ed i nostri antichi riti vanno inesorabilmente scomparendo, a causa delle trasformazioni profonde della società ed in particolare della polverizzazione della civiltà contadina. Così, proprio per l’organizzazione di questa “festa”, a Polverigi, ogni anno, le donne costruiscono migliaia fiori di carta, che andranno ad abbellire con i loro colori, le porte, le finestre, le vie del centro storico del paese, per questo “Aspettando il Maggio…” che si preannuncia ricco di interessi e di suggestioni. Chi verrà a Polverigi, venerdì 30, potrà passeggiare per le vie “infiorate”, tra profumi delle antiche osterie, delle vecchie taverne (riaperte per l’occasione), mentre i cantori e suonatori popolari intoneranno vecchie serenate e motivi tradizionali.Tra l’altro saranno presenti i Gruppi musicali: Oliviero de Quintajè, giovane ed agguerrito gruppo marchigiano, per la prima volta alla ribalta polverigiana, Peppe de Birtina, l’ultimo “cantastorie” marchigiano. A fare gli onori di casa, il Gruppo de La Macina, curatore tra l’altro, insieme al Centro Tradizioni Popolari della “festa”, sempre presente con il suo entusiasmo e la sua carica contagiosa a tutte le edizioni di “Aspettando il Maggio…”.Violini, fisarmoniche, mandolini, chitarre e “serenate”, per questa notte dal sapore antico. Voci e strumenti popolari in piena libertà, in acustica e a stretto e vicinissimo contatto del pubblico, quel pubblico che ogni Gruppo dovrà “catturare”, interessare e soprattutto bloccare alle rispettive posizioni. Ed è proprio questa spontaneità e “libertà”, il pregio e soprattutto l’umanizzazione di questa “festa” dei fiori e del canto.Dopo i singoli e ripetuti “concertini” in acustica, dei tre Gruppi, dislocati nei punti più suggestivi del centro storico, alle ore 23,00, nel palco centrale di Roccolo, Gastone Pietrucci – La Macina, terranno il tradizionale Concerto Finale al “Maggio”, presentando tra l’altro, il repertorio di canti che faranno parte del Volume Secondo di “Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto”, lavoro discografico che uscirà nei primi mesi del 2005.Un paese in musica e completamente “addobbato” ed “infiorato” da migliaia di splendidi fiori di carta dai mille colori, con la gente non più oggetto passivo di più o meno allettanti ed assordanti proposte, bensì soggetto attivo, partecipe in prima persona, non più “comparsa”, ma “attore” della festa e del gioco.

Pubblicato Venerdì 2 aprile, 2004 
alle ore 12:23
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