Nel 1908, ai primi di marzo, a New York, le operaie per altro quasi tutte di origine italiana, dell’industria tessile Cotton scioperarono per protestare contro le terribili condizioni di lavoro.Lo sciopero si protrasse per alcuni giorni fino all’8 di marzo, giorno in cui il proprietario Mr.Johnson, blocco’ tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire.Nello stabilimento venne appiccato il fuoco e le 129 operaie prigioniere all’interno, morirono arse dalle fiamme.Fu successivamente Rosa Luxemburg, a proporre questa data come giornata di lotta internazionale a favore delle donne, mentre nel 1977 l’Onu ha proclamato l’8 marzo giornata internazionale per i diritti della donna e della pace.Nel corso degli anni questa data e’ diventato sinonimo di svago fra donne a tratti anche “trasgressivo”.Che vengano pure le cene, gli spettacoli e le mimose, l’importante e’ che ci si ricordi da dove viene questa ricorrenza e la storia delle battaglie vinte e delle conquiste delle donne in tutti questi anni.Perche’ amiche donne, sbagliate a pensare che non sia piu’ tempo, se non di lottare, almeno di riflettere sulla condizione femminile.Le donne maltrattate, la lapidazione, le mutilazioni, l’impossibilita’ di studiare, e se queste vi sembrano cose troppo lontane da noi, di un’altra cultura, riflettete tutte le volte che sostenete un colloquio di lavoro e vi sentite domandare se siete fidanzate, se avete intenzione di avere dei figli e quando vi chiedono di firmare le dimissioni “in bianco”.Vi sembrano domande pertinenti, o non sono piuttosto una squallida prevaricazione, un ricatto, una discriminazione?E badate bene, stiamo parlando di noi, della nostra regione.Ebbene, divertiamoci e compriamo le mimose, che tra l’altro divenne simbolo della festa grazie alle donne italiane del dopogurra, proprio per quel suo sembrare fragile ma invece molto forte, ma non dimentichiamo da dove veniamo e che tanto, ma proprio tanto c’e da fare.Buona Festa Donne!