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“Lo ha ammazzato per non pagare il costo della corsa”

Vukas, l'arrestato, alla contestazione però non risponde

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Vukas avrebbe ammazzato per pochi euro, il prezzo della corsa in taxi dalla stazione di Senigallia al night club Snoopy alla Bruciata.Quelle che fino a ieri erano, per quanto accreditate, solo ipotesi investigative, ora sono state messe nero su bianco nell’ordine di custodia cautelare in carcere firmato dal gip Francesca Grassi nei confronti dell’ex miliziano croato.L’accusa è di omicidio volontario aggravato da futili motivi.Secondo la Procura non ci sono dubbi che sia stato lui a uccidere, la sera del 9 dicembre, il tassista 39enne Stefano Guazzarotti nel parcheggio del locale.Di fronte alla formale contestazione del reato ieri Ivan Vukas, 41enne sbandato e con un passato popolato dai fantasmi della guerra civile, ha fatto scena muta. Nell’interrogatorio di garanzia che si è tenuto in mattinata nel carcere di Montacuto di fronte al giudice per le indagini preliminari il croato, assistito dall’avvocato Annalisa Marinelli, si è avvalso della facoltà di non rispondere.All’udienza ha partecipato anche il sostituto procuratore Irene Bilotta, titolare dell’inchiesta sull’efferato delitto.Il confronto è durato il tempo strettamente necessario all’espletamento delle formalità di vérbalizzazione.Quindi Vukas è tornato in cella, dove si trova dalla sera del 15 dicembre, quando gli agenti del commissariato di Senigallia lo intercettarono mentre stava per salire su un treno in partenza dalla stazione di Falconara.Da quel giorno l’ex miliziano ha continuato a protestarsi innocente nonostante gli investigatori ritengano schiaccianti le prove a suo carico.Due elementi rendono particolarmente pesante la sua posizione: l’arma del delitto e il riconoscimento da parte di una supertestimone.Al momento dell’arresto Vukas aveva con sé la pistola Tokarev calibro 7.62 che alla perizia balistica è risultata essere quella che ha fatto fuoco sul tassista.Guazzarotti fu freddato con tre colpi esplosi dal lato passeggero; gli inquirenti ritrovarono all’interno della vettura uno dei tre bossoli, identificando così immediatamente il tipo di arma utilizzata dall’assassino. L’altro elemento ritenuto determinante dalla Procura è il riconoscimento effettuato lo scorso 20 gennaio da una supertestimone.La donna, sui 40 anni, ha indicato il croato come l’uomo che il 9 dicembre alla stazione di Senigallia aveva chiesto a Guazzarotti, attorno alle 20, di essere accompagnato allo Snoopy.Vukas, in un precedente interrogatorio di fronte al pm Bilotta, aveva sostenuto che la pistola Tokarev gli era stata data da un altro uomo ma questo, rintracciato dagli investigatori, è risultato estraneo alla vicenda.Tutto il peso della gravissima accusa continua a gravare esclusivamente sul capo del croato.
di Enrico Barbetti

Pubblicato Giovedì 19 febbraio, 2004 
alle ore 10:40
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