Il sogno di una notte di mezza sbornia
Questa sera al Teatro La Fenice
"Quando facevo Il gioco dei potenti al Piccolo di Milano, Eduardo venne per fare una commedia, una farsa, che si chiamava Il sogno di una notte di mezza sbornia.Ricordo che andammo tutti, sospendemmo le prove, perfino Strehler; andammo tutti a vedere questa commedia e ci sentimmo male dal ridere; cioè era talmente esilarante, talmente straordinaria, che ci prese proprio un malore, finimmo sotto le sedie ridendo come pazzi".Così l’attore Glauco Onorato in un’intervista, in ricordo di Eduardo, si esprime su questo Sogno di una notte di mezza sbornia che il Teatro Umoristico I De Filippo, mise in scena nella stagione 1936-37 e da cui successivamente venne tratto un film nel 1959 con Eduardo, Pupella Maggio e Pietro De Vico.La trama è semplice: Pasquale Grifone, un facchino a cui piace bere, sogna che Dante, il sommo poeta, gli dia quattro numeri da giocare al lotto, ma gli rivela anche il giorno e l’ora esatta della sua morte: gioca, vince e diventa ricco.La famiglia è felice di questa nuova vita, solo il povero Pasquale è in agonia, preoccupato dell’avverarsi della seconda profezia di Dante che, di lì a poco, lo vuole nel regno dei cieli.Viene il giorno fatale e…"Il vero protagonista è la Morte, una Morte in scena, quella Morte annunciata e desiderata che lo avrebbe accomunato a Molière, ad Antonio Petito; e invece in questo Sogno la Morte non arriva, perché l’orologio in teatro va sempre avanti o indietro e probabilmente Eduardo, già nel titolo della commedia, volle mettersi la maschera del divino William, alludendo alla mezza estate di un sogno napoletano mezzo sbronzo…". – ha scritto Roderto De Simone.
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