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Delitto Guazzarotti

Spunta un super-testimone, sequestrate garze insanguinate per il test del dna

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“Riconosce tra questi uomini l’ultimo cliente del tassista?”. L’inchiesta sull’omicidio di Stefano Guazzarotti potrebbe essere ad una svolta.Basterà che la testimone, l’unica persona che avrebbe visto Ivan Vukas salire sul taxi del senigalliese alla stazione Fs la sera dell’esecuzione, punti il dito contro l’ex miliziano croato, confuso tra “figuranti” che non c’entrano nulla con il delitto.Se la donna, già interrogata ed identificata dai carabinieri, non avrà dubbi, se indicherà con precisione lo straniero arrestato come presunto assassino, a Vukas resteranno poche speranze di dimostrare la sua innocenza.E gliene resteranno ancor meno se – nell’attesa che il Gip di Ancona fissi il riconoscimento all’americana chiesto dal Pm Irene Bilotta con le modalità dell’incidente probatorio- il test del dna dimostrarà che sui pantaloni ed il maglione di Vukas c’è il sangue di Stefano Guazzarotti, difeso dall’avvocato Annalisa Marinelli.Anche questo accertamento va avanti spedito.La procura dorica ha fatto sequestrare garze e bende utilizzate dai sanitari del carcere di Montacuto per medicare l’ex militare croato, ferito in cella da un compagno con la lama di un Gilette usa e getta.Il materiale è stato acquisito al fine di prelevare il dna del presunto killer e per confrontarlo con le tracce ematiche rinvenute sugli indumenti contenuti nel borsone con il quale Vukas si accingeva a fuggire prima del suo arresto alla stazione di Falconara.Sono già in corso anche gli esami di laboratorio, effettuati dal medico legale Adriano Tagliabracci, per accertare se il sangue appartenga al tassista ucciso.Con il sequestro delle bende insanguinate, la Procura ha aggirato un problema di non poco conto: procurarsi il dna dell’indagato.In mancanza di materiale genetico reperibile casualmente, gli investigatori avrebbero dovuto chiedere il consenso a Vukas per un prelievo di sangue o capelli.L’aggressione in carcere, costata al croato uno squarcio in viso, ha così favorito indirettamente il magistrato che ora ha a disposizione le tracce genetiche della vittima e del presunto assassino necessarie per confrontarle con quelle che verranno trovate sui due reperti.Tempo un paio di settimane, ed il quadro indiziario contro Vukas (l’avvocato Annalisa Marinelli si avvale dell’investigatore privato Claudio Impicci per le indagini difensive) diventerà o un mosaico di prove schiaccianti o la conferma a quello che lui sostiene dal momento dell’arresto: essere vittima di un complotto per incastrarlo come l’assassino del tassista.Il croato ha detto infatti, nel corso degli interrogatori, di essere stato accompagnatoalla stazione Fs di Falconara da un conoscente che gli avrebbe consegnato la pistola trovatagli addosso al momento dell’arresto.Si tratta della famosa Tokarev dell’Armata Rossa con cui è stato firmato il delitto.Per ora è l’unico elemento di accusa contro Vukas, la cui posizione è legata in maniera determinante al risultato degli altri due atti investigativi (riconoscimento e dna).Oggi intanto si svolgerà, ad Ancona, l’udienza del Tribunale del riesame che dovrà deci-dere sulla richiesta di scarcerazione del croato, probabilmente presente in aula.
di Giovanni Sgardi

Pubblicato Giovedì 8 gennaio, 2004 
alle ore 10:49
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