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Kreta, vita da writer.

Il grafitista esce allo scoperto.

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La città dorme, le strade sono deserte e dalle finestre non s’intravedono più luci accese, per i "writers" è dunque il momento di entrare in azione.E’ l’ora dei grafitisti di Senígallia, che fanno imbestialire i proprietari degli edifici presi di mira e che, pur di esprimere il loro estro, sfidano la legge.Kreta, è uno di loro.Forse il più rappresentativo a livello locale.E ha deciso di raccontare la sua storia e degli altri writer in esclusiva al Corriere."Ho scelto questo nome perché come con la creta modello i miei personaggi – spiega – che sono sempre diversi.Ho iniziato sei anni fa perchè mi ero incuriosito vedendo questi disegni per strada".Questo ragazzo insieme ad alcuni suoi amici è l’autore delle immagini tuttora visibili nella zona dello stadio comunale e nella via Cellini, non si tratta però di scritte o scarabocchi fatti "en passant", ma di opere elaborate con tanto di progetto alla mano."Come prima cosa si fa uno sfondo omogeneo e sopra si plasmano i disegni e le scritte ad incastro.Personalmente realizzo prima una bozza su carta per poi riprodurre l’immagine sul muro, ma c’è anche chi improvvìsa".Nemmeno la scelta della parete è casuale ma varia a seconda del progetto da eseguire.La stagione prediletta invece è l’estate, perchè d’inverno quando la bomboletta spray si raffredda bisogna smettere, e lo stesso accade con la pioggia."Di solito andiamo in gruppo ma a volte vado da solo se ho un disegno pronto.Quando andavamo a scuola la domenica pomeriggio la passavamo in questo modo, adesso che lavoriamo ci incontriamo una volta al mese perché non abbiamo molto tempo libero." Kreta ha infatti una vasta raccolta di fotografie, oltre duecento,custodite in due book, uno dei lavori legali e l’altro di quelli illegali.E già: perché disegnare sulle pareti dei palazzi, sui muri degli edifici pubblici o sulle saracinesche dei negozi è punibile per legge, ed è infatti questo il motivo per cui i "writers" agiscono quando nessuno li può vedere.Ma non sempre si riesce a passarla liscia."Per alcuni disegni abbiamo chiesto il permesso, tipo quelli dello stadio oppure di via Cellini, per altri invece no.C’è sempre il pericolo di non riuscire a finire per l’arrivo di qualcuno, quindi ci vestiamo con abiti comodi che ci permettano di correre in fretta.La prassi è però quella di tornare sul luogo incriminato ed ultimare il lavoro."Una volta ce la siamo vista proprio brutta.Stavamo disegnando dìetro un benzinaio dove una settimana prima era avvenuta una rapina, la gente deve aver sentito dei rumori e chiamato la polizia così ce la siamo ritrovata davanti.Per fortuna è andata bene, hanno capito che con la rapina non c’entravamo niente e ci hanno trattato come se avessimo fatto una bravata.Altre volte ci hanno inseguito ma per fortuna è sempre andata bene, ad ogni modo teniamo le orecchie ben aperte".C’è anche chi lascia scritte non sempre comprensibili, anche se non è il caso dì Kreta."A chi imbratta i muri a volte anche di edifici storici con questi messaggi, vorrei dire di utilizzare altri canali per comunicare il proprio pensiero oppure di tenerselo per sé.Io non ho mai utilizzato un muro del centro storico e mi spiace vedere che, qualcuno li rovina.I miei disegni infatti non danno fastidio e non offendono nessuno."
di Sabrina Marinelli

Pubblicato Martedì 9 dicembre, 2003 
alle ore 11:05
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