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Traffico e smog insostenibili nella nostra città

Utilizziamo le piante quali misuratori di inquinamento

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"Qual è la situazione degli alberi presenti nella nostra città e quali decisioni si prenderanno riguardo il loro stato di salute?"E’ quanto chiedono i consiglieri comunali di Alleanza nazionale, Gabriele Girolimetti e Massimo Bello, in un’interrogazione scritta urgente indirizzata all’assessore alle politiche ambientali, Simone Ceresoni, a cui chiedono di sapere "se sia stata presa in considerazione l’ipotesi di utilizzare l’apporto che gli alberi, come i lecci, possono dare al controllo delle particelle inquinanti in ambienti urbani come quello senigalliese, che soffre da troppo tempo una situazione insostenibile e per la quale non sembrano adeguate le misure prese fin ad ora".Massimo Bello, che è anche consigliere provinciale di An, sta predisponendo tutti gli atti per presentare un’interrogazione in Provincia per chiedere all’assessore provinciale competente "quali misure efficaci intenda adottare per combattere l’inquinamento atmosferico presente nel nostro territorio comunale visto che, in più di qualche occasione, i livelli di sicurezza sono stati superati". "Negli ultimi periodi – scrivono Girolimetti e Bello nella loro interrogazione rivolta anche al presidente del consiglio comunale – numerosi sono stati gli interventi sulla stampa e nelle sedi istituzionali riguardo lo smog presente nella nostra città e i flussi veicolari che incrementano lo stato di inquinamento ed il traffico"."Non da meno, soprattutto per alcune strade come via Marche, da molti anni si discute – scrivono ancora i due consiglieri di An – circa la presenza degli alberi e della loro futura collocazione. Così come in tante altre zone della nostra città la presenza o meno degli alberi fa discutere sotto molti punti di vista, i cittadini, le forze politiche e i comitati"."A Senigallia, la viabilità e la presenza di sostanze inquinanti presenti nell’aria, unite a una regolamentazione dei flussi di traffico che troppo spesso costringe i cittadini a stare al volante per ore inchiodati, rendono urgente – aggiungono Girolimetti e Bello – tutti quei provvedimenti che uniscano alla regolamentazione più ordinata del traffico, anche la scelta di usare tutte le scoperte che la scienza mette a disposizione dell’uomo"."Un gruppo di ricercatori dell’istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Roma – scrivono sempre i due esponenti di An – ha trovato il modo di sfruttare la presenza di sferule di magnetite nelle foglie, specie in alberi come il leccio. Misurando tali sferule si può rilevare quanto le foglie siano contaminate dalle polveri sottili, che sono pericolose per l’uomo e derivano dai processi di combustione di auto e industrie"."Il leccio, tra gli alberi, è quello più suscettibile ad assorbire materiali inquinanti – concludono Gabriele Girolimetti e Massimo Bello – e quindi viene considerato dai ricercatori un utile strumento di rilevamento e sempre più frequentemente indicato alle pubbliche amministrazioni come elemento di controllo sperimentale, da aggiungersi alle centraline automatiche per misurare lo smog".

Manuela Winter
Pubblicato Lunedì 1 dicembre, 2003 
alle ore 11:16
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