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Lettera aperta al Sindaco Angeloni

Pubblichiamo oggi una lettera aperta che un nostro lettore ci ha fatto pervenire

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Senigallia, 10 Novembre 2003
Gentile Sindaco mia figlia Chiara Le scrisse parecchi mesi fa una lettera aperta con la quale lamentava il fatto che Senigallia fosse diventata una “città invivibile”.
Questa lettera non ha finora ottenuto una risposta.
Nel muoverLe un rimprovero per questo, appoggio mia figlia e ribadisco che questa città è diventata invivibile (e voglio affrontare solo il tema della mobilità). E’ davanti agli occhi di tutti: il traffico è insostenibile, le strade sono invase da automobili e motorini che sfrecciano a velocità pericolosa di giorno e specialmente di notte, parcheggiano ovunque, incuranti degli ostacoli che creano, irrispettosi di regole, divieti, limiti, semafori…
Sicuramente questa è la cartina al tornasole di una maleducazione più diffusa, di cattiva educazione civica: c’è con un abuso dei mezzi di trasporto privato che risponde solo in parte a criteri di necessità e pone non solo problemi di circolazione stradale, ma mette seriamente a repentaglio la salute pubblica (proprio in questi giorni la ASL propone ai propri dipendenti corsi in materia di problemi sanitari ed ambientali posti dal traffico).
Gli anziani in particolare sono esasperati da questa situazione. Assisto ogni giorno alle loro difficoltà nell’attraversare le strade. In via Capanna, dove abito, ho sentito una maestra in pensione, persona notoriamente mite, esprimere la sua esasperazione con termini così forti e con una rabbia tali da spingermi a prendere in mano la penna per cercare di farLe capire come a Senigallia i più deboli non sono tutelati, mentre vengono favoriti i comodi di chi usa con arroganza e prepotenza i mezzi di locomozione senza comprenderne i limiti di impiego.
La risposta del Sindaco non può essere quella di agevolare ulteriormente questi comportamenti, allargando le strade, eliminando i semafori, rendendo il traffico ancora più veloce e quindi, in definitiva, favorendo e non riducendo la congestione delle strade, dalle quali vengono banditi definitivamente i pedoni e i ciclisti, ghettizzati nelle isole pedonali o nelle piste ciclabili, quando si potrebbero ricavare dei percorsi protetti all’interno delle strade esistenti, riducendo e non incrementando gli spazi per le macchine.
Le statistiche dicono che circa il 16% della popolazione maggiore di 18 anni non ha la patente, ovviamente non ce l’hanno i minori di 18, e in molte famiglie non c’è una macchina per ogni patente (nella mia, ad esempio, anche se non fa testo, c’è una macchina per tre patenti e cinque persone, di cui quattro maggiori di 18 anni). Basta fare due conti per comprendere quanta gente è obbligata a camminare, ad andare in bicicletta o usare i mezzi pubblici.
Ma Lei, rispondendo ad una petizione, aveva considerato i ciclisti dei “privilegiati”, gente che usa questo mezzo come alternativa, per scelta o per possibilità, non per bisogno… riporto testualmente le sue parole: “… si tratta di trovare un punto di incontro tra due esigenze che debbono poter convivere: quella di chi deve usare l’auto e quella di chi, o per scelta, o per possibilità, ritiene preferibile l’uso di mezzi alternativi e non inquinanti”.
Giustamente pedoni e ciclisti debbono convivere, ma non sopravvivere agli automezzi. E la loro non è una scelta alternativa, un po’ snob, come Lei sembra voler credere.
La invito a percorrere qualche itinerario a piedi o in bicicletta, come un comune cittadino che non ha alternative per muoversi, tanto da rendersi conto di persona che quanto sto scrivendo risponde a un dato di fatto oggettivo.
Venga in via Capanna, provi ad attarversare la strada, o la bretella del campus scolastico; tenti poi con viale IV novembre, via Petrarca, lo stradone Misa, il semaforo che porta dietro l’ospedale… non è sicuro nemmeno quello, perché chi lo ha programmato ha pensato bene di sincronizzare il verde per i pedoni e le macchine contemporaneamente (e non è l’unico).
Bisogna poi sperare che le macchine non passino con il giallo o, peggio, con il rosso quando è già scattato il verde per i pedoni che devono affrettarsi ad attraversare in quella misera manciata di secondi che hanno a disposizione. Pochi semafori hanno il cicalino per i ciechi. Provi a venire giù dai Borghi, lungo l’Arceviese, la Corinaldese, via Cellini, via Mattei, le Saline… per non rischiare dovrà accontentarsi delle poche corse dei mezzi pubblici, puntualmente in ritardo.
Si diverta a fare un po’ di slalom tra le macchine parcheggiate in seconda fila o in divieto lungo via Pisacane o via Cavallotti anzi, trovi un passeggino o una carrozzina e si metta nei panni di una mamma o di un handicappato…Qualche giorno fa ho assistito all’atterramento di madre e figlio sulle strisce pedonali tra piazza delle oche e i giardini Morandi, infatti la strada è talmente larga da permettere il transito affiancato di due o tre macchine, così, mentre una dà giustamente la precedenza ai pedoni, un’altra procede e inforca il malcapitato proprio mentre sfila davanti alla prima. Sembra una situazione fantozziana, ma spesso si evita il peggio solo per pura fortuna. Ci vuole del fegato per vivere da pedoni in questa città e assai raramente si vede qualche vigile che controlla e, quando ci sono, sembra che certi comportamenti vengano tollerati, forse anche per un senso di rassegnazione…
Secondo me è inutile mettere gli autovelox appostati dietro i cassonetti della Statale, servono parzialmente e solo da deterrente, forse saranno utili per le casse del Comune, ma “distraggono” i vigili dal compito di controllo del traffico urbano e non educano gli automobilisti e i motociclisti al rispetto delle regole di convivenza con pedoni e ciclisti da Lei auspicate.
Bisogna avere il coraggio di prendere decisioni anche impopolari, per salvaguardare il benessere, la dignità, il diritto di tutti di poter vivere non in una giungla, ma in un paese civile. Non si può sacrificare questo all’esigenza di un modo di vivere più veloce, più frenetico, più disumano. Attendo una sua risposta.
di Roberto Chiostergi – Via Capanna, 9 – Senigallia

Pubblicato Giovedì 13 novembre, 2003 
alle ore 10:59
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