Per i reati di usura aggravata e violazione delle norme sull’intermediazione del credito, la Provincia di Ancona ha chiesto il rinvio a giudizio di Ivano Marchionni, 50 anni, grossista di pesce, e Renato Rocchetti (52), ex direttore di banca, entrambi di Senigallia.L’udienza preliminare davanti al gup di Ancona Francesca Grassi si svolgerà il 20 novembre.I due senigalliesi, che si somno sempre professati innocenti, furono arrestati nel febbraio scorso durante un’operazione congiunta della Squadra mobile e del Gico della Guardia di finanza di Ancona con l’accusa di essere rispettivamente l’organizzatore (Marchionni) e il contabile di un vasto giro di prestiti usurari con tassi fino al 600% annuo ai danni di operatori commerciali, soprattutto ristoratori.Sono ben undici i capi d’imputazione contestati dal procuratore della Repubblica Vincenzo Luzi e dal sostituto procuratore Rosario Lionello.Corrispondono ad altrettante parti offese nel processo.La difesa di Marchionni – rappresentata dall’avv. Donnino Donnini – aveva rilevato però che il suo assistito non ha mai fatto personalmente alcun prestito ma solo cercato di recuperare il denaro che i suoi genitori (il padre è scomparso nel ’98, la madre nel 2000) avevano dato a commercianti dela zona già dagli anni Ottanta e Novanta.Dopo la morte dei genitori Marchionni si sarebbe ritrovato in mano un numero ingente di documenti e titoli di credito attestanti i prestiti concessi e si sarebbe messo in contatto con i debitori per fare il punto della situazione e riavere i soldi.Quanto a Rocchetti, per voce dei suoi legali Amos Benni e David Flavia, aveva fatto sapere di non aver mai partecipato ad attività usurarie e di aver solo messo a disposizione di Marchionni la propia esperienza bancaria e finanziaria per calcolare i piani di rientro delle somme di denaro prestate dai genitori del grossista.