Il pronto Soccorso in Trincea – Turni estenuanti e file infinite
Casagrande: ottimi risultati dal reparto di osservazione
In questa lunga e torrida estate è stato, disgraziatamente, il luogo più frenquentato dai turisti e dai residenti a Senigallia: il Pronto Soccorso. Circa 35.000 pazienti l’anno, con una crescita del 2% rispetto all’anno scorso, con un picco del 6% nel periodo estivo, quando l’incremento di richieste di cure diventa quasi insostenibile per medici e infermieri."Giugno e agosto sono stati i mesi clou dell’aflusso di pazienti – spiega il dottor Attilio Casagrande, dirigente del pronto Soccorso – e il nostro lavoro è diventato seriamente duro. Il corpoo infermieristico in estate viene rinfoltito e potenziato, ma pure per gli infermieri il lavoro è gravoso. Le file di pazienti aumentano, l’attesa arriva fino a 5 ore e il malumore si sente.Purtroppo molti utenti, turisti e residenti, utilizzano il Pronto Soccorso come ambulatorio, invece che recarsi dal medico di base".Il problema consiste nel fatto che in estate i medici non vengono aumentati di numero.Due soli medici sono costretti a fare i "salti mortali" per riuscire a soddisfare tutte le esigenze.Con turni estenuanti anche perchè le ferie spettano pure a loro. Un limite a detta del primario Casagrande, nonostante l’alta professionalità dei medici e il loro impegno costante.Qualche numero sul personale sanitario, tanto per inquadrare la situazione"dal di dentro".Dieci i medici del Pronto Soccorso, più sette dell’emergenza territoriale, che solitamente seguono le ambulanze, ma se sono liberi aiutano a intervenire in loco.Gli infermieri sono quindici per le emergenze territoriali e quindici nel Pronto Soccorso.Gli autisti pure una quindicina.Tra le ambulanze sanitarie alle quali fa riferimento anche il 118, due a Senigallia(una con autista, infermiere e medico e una con soli autista e infermiere)e una medicalizzata ad Arcevia.Il dottor Casagrande all’interno della struttura ospedaliera ha un ruolo preciso, oltre a quello di dirigente:" Mi prendo cura del reparto di osservazione breve intensiva, una novità del nostro Pronto Soccorso in vita dal 1° dicembre 2000: il reparto ha sei posti letto, di cui uno monitorizzato.Questo reparto speciale è adibito alle diagnosi non ben definite, in caso delle quali un ricovero ospedaliero sarebbe eccessivo o non ancora assegnabile con precisione, e la dimissione non prudente.In media un paziente sosta nel reparto di osservazione dalle 24 alle 48 ore, durante le quali si procede a tutte le analisi necessarie. Sono circa 900 i degenti all’anno nel reparto.E’ una grande innovazione, che evita i rischi prima esistenti di mandare a casa una persona malata o di mandarla in un reparto inappropriato.Un posto letto gode di un sistema di monitor, che controlla battito cardiaco, pressione e altro. Viene utilizzato per lo più da pazienti con dolore toracico, individuando a volte con anticipo l’arrivo di un infarto, oppure in casi di trauma cranico, colica renale o perdita di coscienza.E’ evidente la soddisfazione di pazienti e colleghi degli altri reparti che si allegeriscono un po’.Ormai son siamo più un posto di passaggio".Vediamo come si svolge una giornata tipo al Pronto Soccorso: due medici al mattino, due al pomeriggio e uno la notte, oltre al medico sull’ambulanza, che spesso d’estate è fuori, quindi un solo dottore a disposizione nelle notti d’estate.Però nei mesi caldi esiste un infermiere professionale formato, detto di "triage", che valuta la gravità della malattia del paziente in sala d’attesa e compila un scaletta di precedenze."Il triage è un grande vantaggio, uno dei miglioramenti storici: un paziente grave entra prima.D’inverno l’infermiere specializzato non c’è, ma lo suppliscono gli infermieri delle ambulanze".Sulla struttura fatiscente del Pronto Soccorso è d’accordo anche il primario Casagrande:"Ricavato da una vecchia struttura ospedaliera il reparto è antico, la sala d’attesa angusta, piccola e non accogliente. Il progetto che verrà appaltato nei prossimi mesi prevede una nuova costruzione, che allarghi la sala d’attesa e crei una camera calda, luogo protetto, per far arrivare le ambulanze".
diChiara Michelon
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