“Per i senigalliesi la droga non esiste”
Dopo gli allarmanti dati sulla recrudescenza della tossicodipendenza la conferma viene da Raniero Mancini, medico dell'associazione genitori.
Il fenomeno della tossicodipendenza a Senigallia non è affatto scomparso, quello che è andato perso, è la consapevolezza dell’esistenza di tale realtà.L’analisi condotta dagli operatori dell’"Unità di strada" i cui dati sono stai pubblicati nei giorni scorsi, ha portato alla luce gli aspetti di un fenomeno che esiste praticamente da sempre.Tra i più rilevanti, anche per le implicazioni sociologiche, il "rifiuto" da parte dei senigalliesi di riconoscere l’esistenza della tossicodipendenza, come ha evidenziato il dottor Raniero Mancini, medico dell’A.GE.T., l’associazione dei genitori dei tossicodipendenti."Il fenomeno legato all’assunzione di droghe è molto cambiato ma è sempre presente – avverte – la scomparsa della figura del "tossico" che si aggira per le vie della città o nei luoghi tradizionalmente di ritrovo ha comportato due effetti importanti.Il primo è che non vedendolo più "fisicamente", la gente ha finito per accantonare il problema; inoltre, nella mentalità dei senigalliesi, la figura del "tossico" è stata rimossa, come cancellata, perchè scomoda da accettare".Precisando che i dati emersi a Senigallia, non sono di carattere eccezionale, ma rientrano in una nuova fase del fenomeno della tossicodipendenza diffusa un po’ ovunque, l’allarme scatta soprattutto sull’uso delle droghe, cosiddette nuove."E’ aumentata notevolmente l’assunzione di eroina e cocaina non più iniettate in vena ma sniffate – afferma Mancini – e sempre più giovani ricorrono all’uso di mix inediti, che vanno dagli allucinogeni all’ecstasy fino all’abuso dell’alcool. L’ individuazione è divenuta difficile, anche per le forze dell’ordine, impegnate in un continuo emergere di abbinamenti "illegali".Sono cambiate le tipologie e le modalità di assunzione delle droghe ma sono anche cambiate le motivazioni addotte dai giovani per "giustificare" il ricorso alle sostanze stupefacenti."I giovani affermano sempre più di ricorrere alla droga come "cura" per risolvere i problemi e soprattutto per farsi accettare dal gruppo – aggiunge – ed ecco allora che l’assunzione delle droghe si concentra soprattutto nei fine settimana, nei momenti di ritrovo e di svago fra i ragazzi, e questo vale anche per le ragazze".Il ragazzo che ha dipendenze da sostanze tossiche, come oggi si preferisce chiamare il tossicodipendente, diventa sempre più difficile da individuare, anche per i familiari e chi ci vive a stretto contatto.Negli ultimi tempi diversi progetti sono stati realizzati dalle istituzioni pubbliche in sinergia con quelle private."Il Sert di Senigallia ha elaborato ottime iniziative di reinserimento dei tossicodipendenti nella società, un reinserimento che inizia proprio da quello lavorativo – dichiara Mancini – in questo caso però le difficoltà ancora esistono a causa dei troppi pregiudizi esistenti.In quest’ottica le aziende private sono un valido aiuto nell’offerta lavorativa dal momento che per il settore pubblico i ragazzi con problemi di droga sono figure quasi mai accettate".
di Giulia Mancinelli
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