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A picco il peschereccio del comandante eroe

Colpito da malore, dirige ugualmente le operazione di salvataggio: illesi i cinque marinai.

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Peschereccio affonda a sei miglia al largo di Senigallia, equipaggio in salvo, ma il comandante viene colto da un doppio malore. Condizioni meteo pessime e moto ondoso del mare piuttosto agitato alla base dell’incidente. Difficoltose le operazioni di salvataggio messe in campo dagli uomini della Capitaneria di porto di Senigallia e di Ancona. L’s.o.s. è scattato alle 9,20 e l’odissea dei sei membri della barca si è conclusa alla banchina 10 del porto dorico solo dopo mezzogiorno, mentre il capitano è finito in ospedale. I primi ad arrivare sul luogo del naufragio, tuttavia, sono stati gli uomini dell’ equipaggio di un’altra motopesca. Sempre a causa del mare grosso il gommone dei vigili del fuoco del distaccamento porto di Ancona non ha potuto uscire in mare aperto togliendo quindi un’unità importante alle manovre di salvataggio. I soccorritori hanno cercato di fare il possibile per salvare l’imbarcazione, i1 “Vincenzo Colella”, un peschereccio lungo 26 metri della marineria dorica, che però una volta imbarcata troppa acqua e non potendo utilizzare le pompe di espulsione è colato a picco nel girò di pochi minuti. Diversi i punti ancora da chiarire sulla dinamica. A quanto pare potrebbe essere stata un’ondata molto forte ad aver provocato una falla e quindi il costante inabissamento del natante. Si è temuto il peggio per le condizioni del comandante del motopeschereccio, Matteo Colella, 59 anni, originario di Vieste (Fg), ma da tempo residente al Pinocchio con la sua famiglia. L’uomo è stato colto da un primo malore mentre si trovava ancora a bordo della barca, ma poi si era ripreso ed anzi aveva fatto il possibile per convincere i soccorritori a non mollare il suo peschereccio, non farlo colare a picco. Colella ha rifiutato di salire a bordo di una motovedetta che era pronta a trasportarlo al porto di Senigallia dove ad attenderlo c’era un equipaggio del 118, ha diretto le operazioni di soccorso. Quando però il peschereccio è stato inghiottito dai flutti il cinquantanovenne è stato colto da un secondo attacco che sembrava più grave. Colella non ha mai perso del tutto conoscenza, ma non riusciva a comunicare con le persone. Visto l’aggravarsi della situazione Matteo Colella è stato caricato e disteso a bordo del peschereccio per primo intervenuto in soccorso, il “Kello”, mentre gli altri naufraghi sono saliti a bordo della motovedetta ed entrambe le imbarcazioni sono rientrate in gran fretta ad Ancona. Come detto in precedenza il gommone dei vigili del fuoco è stato bloccato in porto a causa del mare agitato per cui è stato fondamentale l’aiuto garantito da uno dei rimorchiatori del gruppo di Ancona. Verso mezzogiorno e mezzo le due barche hanno attraccato alla banchina dove ad attendere il ferito c’era un equipaggio della Croce Gialla che ha immediatamente caricato l’uomo in ambulanza per trasportarlo al pronto soccorso di Torrette. Per fortuna si trattava di un attacco di non gravissima entità e gli esami avrebbero confermato la diagnosi. Per motivi del genere Matteo Colella era già finito in ospedale, sempre a Torrette nel gennaio del 2001. Gli altri cinque membri dell’equipaggio del “Vincenzo Colella”, illesi, sono stati ascoltati dal dirigente della capitaneria di porto dorica in merito alle cause del naufragio.
di Pierfrancesco Curzi

Pubblicato Giovedì 9 ottobre, 2003 
alle ore 9:58
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