Mense, la Angeloni abbatte i dubbi
«Le cucine funzionanti sono a norma, le altre non sono state smantellate»
«Teoremi basati su premesse infondate». Così il sindaco Luana Angeloni definisce le esternazioni dell’opposizione, contenute in un’interrogazione presentata dai consiglieri di Forza Italia, An, Senigallia Rinascita, e Sinistra democratica, nella quale si accusava il Comune di nascondere tre verità sulla questione relativa alle mense scolastiche. In primis, secondo gli esponenti dell’opposizione sarebbero in corso trattative tra il Comune ed alcune ditte private, circostanza che dimostrerebbe l’intenzione del Comune di voler esternalizzare il servizio di refezione scolastica al contrario di quanto sempre sostenuto, «L’esternalizzazione del servizio è un’idea che questa Amministrazione non ha mai avuto ed è del tutto falso che siano in corso trattative con chicchessia» risponde la Angeloni. Altra accusa dell’opposizione è quella di aver già smantellato le cucine che sono state chiuse, impedendo di fatto la ripresa della loro operatività nel caso in cui il monitoraggio in corso sulla nuova organizzazione delle mense desse esito non soddisfacente. «Anche questa è una bugia – risponde il sindaco – Non abbiamo smantellato nessuna cucina, a meno che smantellare per l’opposizione non voglia dire spostare dai locali alcune stoviglie al momento non utilizzate». Terzo ed ultimo rilievo mosso dall’opposizione “trasversale”, quello di una presunta mancanza dei requisiti di messa a norma delle cucine funzionanti. «Le cucine – ribatte la Angeloni – sono tutte dotate delle autorizzazioni necessarie per poter funzionare». Ma l’opposizione, da parte sua, attacca nuovamente cogliendo anche gli aspetti politici della questione mense. « È evidente come all’interno della coalizione di maggioranza vi sia un forte imbarazzo -dice il consigliere di An Gabriele Girolimetti – In particolare all’interno della Margherita non tutti sono d’accordo con la riforma. La maggioranza su questa questione sta andando avanti a colpi di decisionismo, nonostante la contrarietà delle parti direttamente interessate, vale a dire le famiglie, e nonostante vi siano voci dissonanti in seno alla maggioranza stessa. Sul problema mense, invece, l’opposizione ha dimostrato grande compattezza». «Siamo stati accusati dal dirigente ai servizi sociali di voler destabilizzare il sistema – rincara la dose Massimo Bello, anch’egli di An – il tutto dopo una commissione consiliare durata 5 ore nella quale alcuni esponenti della stessa maggioranza hanno ammesso che i soldi per riaprire tutte le cucine ci sono, ma che manca la volontà politica per farlo». « È incredibile poi come la maggioranza abbia votato contro un aggiornamento sui lavori della commissione stessa – aggiunge Gabriele Cameruccio dell’Udc – Significa che non si vuole approfondire il problema anche perché andando oltre con l’approfondimento verrebbero alla luce le divisioni interne alla maggioranza. Basti pensare all’ambigua posizione dei Verdi». «Mi viene il dubbio che questa riforma delle mense scolastiche sia servita solo a favorire qualche ditta addetta al trasporto dei pasti» sospetta Fiore Bittoni di Senigallia Rinascita. «Non se ne può più, poi. di sentire in continuazione da sindaco ed assessori che la colpa di tutto è del governo centrale che avrebbe tagliato i finanziamenti agli enti locali» sbotta Alberto Severini di Forza Italia. Per Patrizia Tanfani di Sinistra democratica c’è di mezzo soprattutto la qualità dei pasti serviti ai bambini: «Nei pasti trasportati nelle scuole rimaste senza cucina vengono aggiunti dei grassi che ne aiutano la conservazione – dice – non c’è quindi uniformità tra tutti i bambini e la qualità dei cibi tra quelli cucinati sul posto e quelli veicolati è differente. Al di là di tutti gli aspetti economici e politici, quello che poi c’interessa è la qualità di quello che arriva sulle tavole dei bambini». Nel prossimo consiglio comunale intanto, andrà in discussione la mozione presentata dalla maggioranza che individua, tra 1’altro, i capitoli di bilancio dai quali attingere per poter trovare le risorse per mettere a norma e riaprire tutte le cucine. «L’ incredibile infatti – sostengono all’ unisono gli esponenti dell’opposizione – che su un bilancio di 70 miliardi di vecchie lire non si trovino i 350 mila euro per riaprire, mettendole a norma, le cucine che sono state chiuse».
di Marco Benarrivo
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