Scoperto il mancato omicida
È un pachistano colui che il 4 settembre tentò di uccidere la donna somala.
Trent’anni, di nazionalità pachistana, fino a poco meno di un mese fa regolarmente domiciliato a Senigallia, dove lavorava in un ristorante. È lui l’uomo che nella notte del 4 settembre aggredì con l’intenzione di ucciderla Sofia Jama Duale, una somala di 35 anni, abitante in via Donizetti. Per questo adesso l’uomo è ricercato con l’accusa di tentato omicidio, anche se poche ore dopo l’episodio si è allontanato rapidamente da Senigallia, raggiungendo con ogni probabilità la Francia e senza escludere che ora possa essere tornato nel Paese asiatico di cui è originario. A questa svolta importante nelle indagini sono arrivati i carabinieri della Compagnia di Senigallia, con i quali hanno collaborato i colleghi del Reparto operativo del Comando provinciale. I militari hanno potuto ricostruire le diverse fasi dell’aggressione alla donna. M.R., queste le iniziali del pachistano, la notte del 4 settembre si sarebbe nascosto nel sottoscala dell’abitazione di via Donizetti, in attesa del rientro della donna. Quando Sofia Jama Duale rientrò, fece appena in tempo ad aprire la porta dell’appartamento, che venne aggredita alle spalle dall’uomo, che la colpì con un’arma da taglio, verosimilmente uno stiletto. Dopo il primo colpo alla schiena, l’aggressore scagliò altri cinque colpi ai fianchi, tre da un lato e due dall’altro, prima di quello finale alla gola. Sette coltellate che ridussero in fin di vita la donna. Dopodiché l’aggressore le tagliò i capelli, che Sofìa portava raccolti in treccine. Un gesto che potrebbe avere un particolare significato, legato a tradizioni religiose o culturali. Una sorta di punizione per qualche “sgarro” di non facile interpretazione. Per giungere ad identificare l’uomo, i carabinieri hanno passato al setaccio l’intera comunità pachistana locale, riuscendo a trovare le tracce di M.R., fuggito non appena saputo che la sua vittima era sopravvissuta al tentativo di ucciderla. Una fuga precipitosa, tanto che l’uomo non ha nemmeno ritirato lo stipendio dal suo datore di lavoro. Una fuga per la quale però ha potuto contare su complicità e coperture ben precise, visto che in pochissime ore, pare addirittura il 6 settembre, si sarebbe già trovato Oltralpe. Intanto nei prossimi giorni nella casa di via Donizetti dovrebbero tornare i carabinieri del Ris, il Reparto investigazioni scientifiche di Roma, per un nuovo sopralluogo.
di v.ol.
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