Possono considerarsi di fatto concluse le operazioni speciali di ricerca di Rodolfo Luzi, il 73enne di Ostra scomparso in mare venerdì scorso, ma resta lo stato di allerta per tutte le imbarcazioni in servizio della Guardia costiera di Senigallia. Secondo la prassi, dopo 48 ore in cui le ricerche hanno dato esito negativo, i controlli vengono rallentati ma non completamente abbandonati. Il che significa che i mezzi impiegati non saranno più elicotteri e nuclei speciali quanto piuttosto le motovedette in servizio della guardia costiera. «Ora le operazioni vengono condotte a vasto raggio, avendo allertato anche la Marina e l’Unità Navale – spiega il comandante della Capitaneria di Porto di Senigallia Enzo D’Eugenio – in questa fase la ricerca di persone disperse in mare viene condotta con l’ausilio delle motovedette normalmente in servizio e con appositi binocoli con cui tenere costantemente d’occhio l’orizzonte».Nei giorni scorsi il mare ingrossato e le forti correnti non hanno agevolato le operazioni ed estremamente diffìcile appare ipotizzare un punto preciso in cui focalizzare le ricerche. «Tutto dipende dal punto in cui in corpo è caduto in mare – aggiunge D’Eugenio – se fosse lo stesso in cui è stata ritrovata la canoa (8 miglia al largo, all’altezza del recidence Le piramidi) presumibilmente, con le correnti di questi giorni le indagini potrebbero concentrarsi anche molto più a nord o al largo: ma se a causa, ad esempio, di un malore fosse caduto in acqua in un punto diverso, tutto sarebbe più complicato». Rodolfo Luzi, al momento in cui si apprestava a prendere il largo a bordo del suo kaiak sembra avesse con sé il salvagente. «Avere il salvagente è cosa ben diversa dall’averlo indosso» precisa il Comandante che assicura: «resteranno massime vigilanza e attenzione».