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Le donne protagoniste nascoste della storia

Al Congresso esperantista si presenta anche un libro tutto marchigiano…

Proprio ieri si parlava di Amina e si rifletteva sulle varie condizioni delle donne nel mondo. Venerdì mattina lo hanno fatto anche gli esperantisti nell’incontro “donne e guerre”. Il discorso dell’Assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Ancona Maria Grazia Camilletti, interrotto di tanto in tanto dalla traduzione in esperanto del Presidente Nazionale degli Esperantisti Aldo Grassini ha spaziato dalla condizione femminile nelle guerre e rivoluzioni a quella dei giorni nostri in vari paesi del mondo. Donne che si sono sempre rivelate protagoniste nascoste, animi forti che passano in sordina sui palcoscenici della storia. Ecco allora donne che assolvono i ruoli maschili quando i loro uomini partono e muoiono nei campi di battaglia, donne che si ribellano e lottano per i loro diritti come le donne della rivoluzione zapatista, le donne di RAWA (l’Associazione delle Donne Afgane Rivoluzionarie), le protagoniste del nostro femminismo o basti pensare alle cosi dette Suffragette desiderose di vedersi concesso il diritto al voto e molte ancora che lottano per condizioni migliori di vita. Come poi non ricordare le nostre grandi donne partigiane, che riuscirono a prendere un coraggio alquanto maschile come quello di impugnare un fucile. Donne dunque che hanno fatto insieme ad altri la storia, in questi casi da protagoniste attive; in molti eventi la donna è vittima e dunque una presenza passiva. Come non parlare allora delle donne che subiscono violenze carnali, come le donne marocchine violentate dal contingente italiano nella Seconda Guerra Mondiale che non ebbero mai risarcimento e quei fatti non furono mai riconosciuti, le donne italiane che subirono violenza anche dagli alleati e le donne di Berlino che, come ha detto una testimone, subirono violenza dalle truppe russe e mongole che entrarono nella città vinta. Come poi non parlare delle donne che sono vittime della strada e dei ricatti e come non riflettere sulle donne vittime del turismo sessuale o dei pregiudizi a seconda dei propri sogni e delle proprie professioni. In questo caso appunto la donna è vittima ancora di una mentalità intrinseca alla società che vuole vedere nelle più alte istituzioni l’elemento maschile e che tende …a mascolinizzare.. –come ha detto l’assessore- anche quella bassa percentuale di partecipazione femminile alla politica laddove sia presente.

In merito è stato poi presentato il libro della professoressa Alessandra Fusco dell’Istituto di Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea all’Università di Macerata “Il ritorno dell’imperatore” -Affinità Elettive- una storia di donne istriane che interpretano le varie vicende storiche che stanno vivendo da quelle personali a quelle del Fascismo e dell’esodo in Italia.

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