Europa più larga… Europa più forte?
Enrico Letta, parlamentare ed ex ministro, ha parlato a Senigallia del suo ultimo libro: L'allargamento dell'Unione Europea.
Possiamo continuare a vivere in un’Europa nella quale l’unica cosa che unisce veramente è una moneta? È questa la domanda che riassume tutta la complessità del dibattito emerso nella serata senigalliese, venerdì scorso, alla quale ha preso parte Enrico Letta, parlamentare, giovane ministro di tre governi di centrosinistra, invitato sulla Spiaggia di Velluto dal locale circolo della Margherita. In piazza, stranamente gremita per un’occasione che non prevedeva musica o intrattenimento, ha presentato il suo ultimo libro: L’allargamento dell’Unione europea e ha dato vita ad un interessante dibattito al quale hanno preso parte anche l’imprenditore senigalliese Giuseppe Fiorini e il Vice presidente della Regione, Gianmario Spacca. Venticinque paesi membri, quattrocentocinquanta milioni di abitanti, stati che fino a ieri erano contrapposti, strutture economico – istituzionali assai diverse tra loro. Il prossimo anno l’Unione Europea si allarga ad Est ed apre le porte, oltre che a Cipro e Malta, ai paesi dell’Europa centrale ed orientale. Nel frattempo, però, le grandi tappe che porteranno presto al varo di una Costituzione europea non sono prive di ostacoli. «Il sogno europeo ha bisogno di maggiore generosità»:il Vicepresidente Spacca richiama all’idealità di un percorso che ha inevitabilmente tanti risvolti e non sempre positivi per i singoli Stati, ma è necessario portare avanti questa impresa unica nel mondo facendo leva su un sentimento di comunità. Non sentimentalismo o generico richiamo alla fratellanza europea, ma fondamento ideale sul quale realizzare, giorno dopo giorno, rapporti commerciali, culturali, politici, sociali, educativi… E l’imprenditore senigalliese Fiorini, dalla concretezza della sua esperienza quotidiana, conferma che l’Europa fa bene alle imprese, anche se nel breve periodo può sembrare remare contro i singoli interessi. «Ci vogliono imprenditori coraggiosi, capaci di misurarsi seriamente con la globalizzazione e i mercati in chiave europea. Questo significa investire in un’ottica di grande respiro, correndo qualche rischio in più, ma è l’unica strada da percorrere». Enrico Letta mette l’accento anche sul rischio di ‘corto circuito democratico’ che corre l’Unione di oggi: «Un notevole passo in avanti per aumentare il debole consenso dei cittadini europei verso l’Unione (oggi si aggira attorno al 50%, ndr) potrebbe venire dall’elezione diretta del Presidentedella Commissione europea, limitando al minimo le mediazioni dei singoli stati. Ciò creerebbe un rapporto più immediato con le istituzioni europee, ognuno si sentirebbe ‘responsabile’ di chi ha messo alla guida dell’Unione. Ci sono però molti problemi pratici da risolvere, primo fra tutti la lingua». L’allargamento, oltre a permettere maggiore stabilità a molti più paesi, costringe a fare i conti con questi e tanti altri argomenti: la riforma delle Unione, i meccanismi di rappresentanza, le compatibilita economiche, il mercato dei lavoro e dei fattori produttivi. Dal Circolo polare artico al Mar Nero, i nuovi confini dell’Europa richiedono impegno, idealità, idee e soprattutto la consapevolezza che nemmeno il Vecchio continente basta più a se stesso.
di Laura Mandolini
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