Catullo e Orazio come Bisio e La Hunziker tra le rovine romane sotto la Fenice.
La rassegna Evergreen, organizzata come ogni anno dall'assessorato alla cultura, ha entusiasmato i presenti con le poesie dei più moderni tra i poeti latini.
Davvero una serata piena di emozioni ieri all-Area Archeologica della Fenice. L’incanto suggestivo di uno dei luoghi più antichi della città, le parole di cinque tra i più grandi poeti e scrittori latini interpretati da un Alberto Rossatti davvero strepitoso: una vera e propria collezione di emozioni. Vorrei avere la stessa abilità nel mettere in fila le parole di quei poeti, tanto bravi che ancora oggi, dopo più di 20 secoli, riescono a toccare l’animo di chi li ascolta. Ovviamente non è così, quindi per descrivervi l’evento dovrò ricorrere a dei paragoni. Come i cabarettisti di Zelig ci fanno ridere e, a volte, pensare nello stesso momento, così le favole di Fedro e le poesie di Catullo e Orazio riescono a muovere il nostro humor tra una morale e un consiglio. Non è mai una risata grassa, volgare o ripetitiva. Sono battute più sottili, ma non meno efficaci. Certo un poeta o un filosofo non può limitarsi ad un solo aspetto della vita: mentre Seneca o Lucrezio, prendendo in prestito la voce di Alberto Rossatti, ci ammonivano sulla morte o sul tempo sembrava di essere al cinema, davanti ad una delle scene più tragiche dell’affondamento del Titanic. La loro angoscia era pienamente condivisa dagli ascoltatori. Ma la poesia è anche musica, la musica interna delle parole. E l’atmosfera diventa quella di un concerto, quando affiorano certi ricordi scolastici, le parole perdono d’importanza e con la mente ti ritrovi sotto il palco del tuo cantante preferito a far ondeggiare un accendino. E’ il caso delle poesie più famose ed amate, come il Carpe Diem di Orazio, recitate da Rossatti prima in italiano e poi anche in lingua originale, come forse furono proclamate su quegli stessi sassi tanti secoli fa. Un consiglio: non perdete il prossimo appuntamento di Evergreen, venerdì 27 alle 21:15.
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